La via Crucis è realizzata da Cube Radio (IUSVE) in collaborazione con il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima con la collaborazione del Settore Ecologia e Creato del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede
Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
Gesù è condannato a morte Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.  (Lc 23, 20-25)EndFragment
Meditiamo e preghiamo in silenzio prima di passare alla prossima stazione
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Meditazione Tema: condanna economia (Daniela Finamore, GCCM Divest-Invest & European Programs Coordinator) C’è una tentazione forte nell’uomo che lo spinge talvolta a sottrarsi alle proprie responsabilità. Quasi un tentativo di non sentire il peso delle scelte che riguardano gli altri. Compresa la morte di un giusto. L’indifferenza di Pilato che segna il nostro tempo di fronte a crimini ed ingiustizie causati da una economia estrattivista che sta danneggiando la nostra casa comune ed i nostri fratelli e sorelle, è il frutto del timore di andare contro corrente, di schierarsi tra gli ultimi e con gli ultimi, perché schierarsi costa, molto. E così Pilato con il suo silenzio consegna l’innocente e lo consegna ad altri perché sia crocifisso. Invece noi siamo chiamati a unirci aIl’impegno dei padri sinodali riuniti in occasione del Sinodo dell’Amazzonia, che nel documento finale del Sinodo profeticamente hanno espresso il proprio sostegno nei confronti delle “campagne di disinvestimento delle compagnie estrattive legate ai danni socio-ecologici dell'Amazzonia”. Gesù ci chiede il coraggio della verità, di comprometterci senza nasconderci, di schierarci senza avere paura del giudizio altrui ed essere promotori di giustizia.
Meditazione Tema: condanna economia (Daniela Finamore, GCCM Divest-Invest & European Programs Coordinator) C’è una tentazione forte nell’uomo che lo spinge talvolta a sottrarsi alle proprie responsabilità. Quasi un tentativo di non sentire il peso delle scelte che riguardano gli altri. Compresa la morte di un giusto. L’indifferenza di Pilato che segna il nostro tempo di fronte a crimini ed ingiustizie causati da una economia estrattivista che sta danneggiando la nostra casa comune ed i nostri fratelli e sorelle, è il frutto del timore di andare contro corrente, di schierarsi tra gli ultimi e con gli ultimi, perché schierarsi costa, molto. E così Pilato con il suo silenzio consegna l’innocente e lo consegna ad altri perché sia crocifisso. Invece noi siamo chiamati a unirci aIl’impegno dei padri sinodali riuniti in occasione del Sinodo dell’Amazzonia, che nel documento finale del Sinodo profeticamente hanno espresso il proprio sostegno nei confronti delle “campagne di disinvestimento delle compagnie estrattive legate ai danni socio-ecologici dell'Amazzonia”. Gesù ci chiede il coraggio della verità, di comprometterci senza nasconderci, di schierarci senza avere paura del giudizio altrui ed essere promotori di giustizia.
Gesù è condannato a morte Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù.Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.  (Lc 23, 20-25)EndFragment
Gesù è caricato dalla croce I soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna,gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpo EndFragment
Meditazione Tema: condanna sociale (Benedict Ayodi OFM Capp, GCCM Program Manager – Africa)  Dopo essere stato condannato a morire, nostro Signore prende la sua croce e inizia il viaggio che finirà nel Golgota. Molte persone nel mondo sono colpite o infettate dal coronavirus, è una croce come quella a cui Gesù è stato condannato. La croce che il nostro Signore portava è diventata la fonte della nostra salvezza ed è questa croce a cui ci aggrappiamo durante questo periodo difficile. Cristo ha vinto e non dovremmo perdere la speranza, ma mantenere la nostra fede che supereremo questa pandemia. Per le persone colpite in Italia, Cina, Africa e in tutto il mondo, possa il Signore portare loro rapida guarigione e conforto.  Signore Gesù, hai accettato di portare la croce in modo da poter guarire la relazione interrotta tra Dio e l'uomo, preghiamo per tutte le vittime del coronavirus che sentono il peso di questa pandemia proprio come tu senti il peso della croce. Grazie alle tue sofferenze, Signore, concedi loro la guarigione divina e la protezione permanente da questa malattia. 
Meditazione Tema: condanna sociale (Benedict Ayodi OFM Capp, GCCM Program Manager – Africa)  Dopo essere stato condannato a morire, nostro Signore prende la sua croce e inizia il viaggio che finirà nel Golgota. Molte persone nel mondo sono colpite o infettate dal coronavirus, è una croce come quella a cui Gesù è stato condannato. La croce che il nostro Signore portava è diventata la fonte della nostra salvezza ed è questa croce a cui ci aggrappiamo durante questo periodo difficile. Cristo ha vinto e non dovremmo perdere la speranza, ma mantenere la nostra fede che supereremo questa pandemia. Per le persone colpite in Italia, Cina, Africa e in tutto il mondo, possa il Signore portare loro rapida guarigione e conforto.  Signore Gesù, hai accettato di portare la croce in modo da poter guarire la relazione interrotta tra Dio e l'uomo, preghiamo per tutte le vittime del coronavirus che sentono il peso di questa pandemia proprio come tu senti il peso della croce. Grazie alle tue sofferenze, Signore, concedi loro la guarigione divina e la protezione permanente da questa malattia. 
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Meditazione Tema: lacrime dei poveri (Cecilia Dall’Oglio, GCCM European Programs Manager) Il coronavirus ci ha messi a distanza ma, come ha detto il papa mercoledì a Santa Marta, è una distanza per imparare ad RIAVVICINARCI. Si, ora che anche noi sentiamo nella nostra carne l’importanza della VITA prima di tutto, dell’essere UNITI nella preghiera o cantando dai balconi, c’è speranza che riusciamo ad incontrare le DONNE della Siria. Dopo nove anni di guerra, M., giovane donna siriana che si è sposata durante la guerra, mi ha annunciato la nascita del fratellino o della sorellina del suo primo figlio, nato in un paese in guerra. Che gioia Signore, non ho trattenuto le lacrime: uno squarcio nel cielo buio della guerra che distrugge tutto, la nostra casa, la nostra casa comune.
Gesù incontra le donne di Gerusalemme Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: «Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato». Allora cominceranno a dire ai monti: «Cadete su di noi!», e alle colline: «Copriteci!».  (Lc 23, 27-30)EndFragment
Meditazione Tema: lacrime dei poveri (Cecilia Dall’Oglio, GCCM European Programs Manager) Il coronavirus ci ha messi a distanza ma, come ha detto il papa mercoledì a Santa Marta, è una distanza per imparare ad RIAVVICINARCI. Si, ora che anche noi sentiamo nella nostra carne l’importanza della VITA prima di tutto, dell’essere UNITI nella preghiera o cantando dai balconi, c’è speranza che riusciamo ad incontrare le DONNE della Siria. Dopo nove anni di guerra, M., giovane donna siriana che si è sposata durante la guerra, mi ha annunciato la nascita del fratellino o della sorellina del suo primo figlio, nato in un paese in guerra. Che gioia Signore, non ho trattenuto le lacrime: uno squarcio nel cielo buio della guerra che distrugge tutto, la nostra casa, la nostra casa comune.
Gesù incontra le donne di GerusalemmeLo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: «Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato». Allora cominceranno a dire ai monti: «Cadete su di noi!», e alle colline: «Copriteci!».  (Lc 23, 27-30)EndFragment
Gesù incontra le donne di GerusalemmeLo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: «Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato». Allora cominceranno a dire ai monti: «Cadete su di noi!», e alle colline: «Copriteci!». (Lc 23, 27-30)EndFragmentEndFragment
Meditazione Tema: la nostra fragilità verso i fratelli (Paolo Perri, GCCM assistant controller) Noi che ci affanniamo, corriamo e cerchiamo riparo e ci accaparriamo i beni di prima necessità, le mascherine, i gel, ignari dei bisogni, delle paure e dei diritti del prossimo, noi siamo la folla urlante di lugubre gioia di fronte alla sofferenza silenziosa di Gesù. Siamo noi in realtà nella polvere, schiacciati dalla Croce dei nostri vizi e dei nostri eccessi, e tuttavia abbiamo oggi la possibilità di rialzarci, di capire che non è l’individualismo e l’egoismo la strada da percorrere, bensì quella tracciata dal Dio d’amore per amore dell’uomo.
Gesù cade per la seconda voltaGesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. (Lc 23, 24)EndFragment
Gesù cade per la seconda voltaGesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.  (Lc 23, 24) EndFragment
Meditazione Tema: la nostra fragilità verso i fratelli (Paolo Perri, GCCM assistant controller) Noi che ci affanniamo, corriamo e cerchiamo riparo e ci accaparriamo i beni di prima necessità, le mascherine, i gel, ignari dei bisogni, delle paure e dei diritti del prossimo, noi siamo la folla urlante di lugubre gioia di fronte alla sofferenza silenziosa di Gesù. Siamo noi in realtà nella polvere, schiacciati dalla Croce dei nostri vizi e dei nostri eccessi, e tuttavia abbiamo oggi la possibilità di rialzarci, di capire che non è l’individualismo e l’egoismo la strada da percorrere, bensì quella tracciata dal Dio d’amore per amore dell’uomo.
Gesù cade per la seconda voltaGesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.  (Lc 23, 24) EndFragmentEndFragment
Meditazione Tema: ascoltare il sangue del creato (Fabrizio Mola, LS Circle Piossasco) Questi giorni di prova attirano tutta la nostra attenzione su ciò che dobbiamo fare per sconfiggere l’epidemia che ci affligge e siamo tutti presi dal cercare informazioni, leggere notizie, sperimentare nuove modalità per lavorare, comunicare e relazionarci. Consapevoli della gravità della situazione che stiamo vivendo, quanti popoli però nel Mondo potrebbero risponderci «beati voi che avete “soltanto” l’epidemia da affrontare»? Mai come oggi sentiamo e vediamo in molti Paesi il sangue del creato che soffre per la distruzione dei suoi ecosistemi e per l’assedio dell’uomo depredatore, mescolarsi con il sangue dei fratelli che soffrono per le epidemie, per la fame e per le guerre. Che questo sangue mischiato, ci aiuti a prendere sempre più la consapevolezza che davvero tutto è connesso e nessuna sofferenza o emergenza può essere esclusa dal nostro sguardo di attenzione e compassione.
Veronica asciuga il volto di GesùIl mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto!». Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.  (Sal 27, 8-9)EndFragment
Meditazione Tema: ascoltare il sangue del creato (Fabrizio Mola, LS Circle Piossasco) Questi giorni di prova attirano tutta la nostra attenzione su ciò che dobbiamo fare per sconfiggere l’epidemia che ci affligge e siamo tutti presi dal cercare informazioni, leggere notizie, sperimentare nuove modalità per lavorare, comunicare e relazionarci. Consapevoli della gravità della situazione che stiamo vivendo, quanti popoli però nel Mondo potrebbero risponderci «beati voi che avete “soltanto” l’epidemia da affrontare»? Mai come oggi sentiamo e vediamo in molti Paesi il sangue del creato che soffre per la distruzione dei suoi ecosistemi e per l’assedio dell’uomo depredatore, mescolarsi con il sangue dei fratelli che soffrono per le epidemie, per la fame e per le guerre. Che questo sangue mischiato, ci aiuti a prendere sempre più la consapevolezza che davvero tutto è connesso e nessuna sofferenza o emergenza può essere esclusa dal nostro sguardo di attenzione e compassione.
Gesù viene aiutato dal Cireneo Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.  (Lc 23, 26)EndFragment
Gesù viene aiutato dal Cireneo Gesù viene aiutato dal Cireneo Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.  (Lc 23, 26) EndFragment
Meditazione Tema: il servizio per i fratelli (Piera Savino, LS Circle Roma Trastevere) In questo difficile momento in molti stanno aiutando i malati a portare la loro croce. A tutti loro vada la nostra preghiera. Riflettiamo anche sul fatto che mentre la nostra routine è stravolta e siamo preoccupati sia per i rischi sanitari che per le minacce al nostro benessere economico, c’è sempre una gran parte dell’umanità che vive al di sotto della soglia di povertà. Chi li aiuta a portare la loro croce, secondo i talenti di ciascuno? “Se non si può proibire a un artista di esprimere la sua capacità creativa, neppure si possono ostacolare coloro che possiedono doni speciali per lo sviluppo scientifico e tecnologico, le cui capacità sono state donate da Dio per il servizio degli altri” (LS 131).
Gesù viene aiutato dal Cireneo Gesù viene aiutato dal Cireneo Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.  (Lc 23, 26) EndFragmentEndFragment
Meditazione Tema: il servizio per i fratelli (Piera Savino, LS Circle Roma Trastevere) In questo difficile momento in molti stanno aiutando i malati a portare la loro croce. A tutti loro vada la nostra preghiera. Riflettiamo anche sul fatto che mentre la nostra routine è stravolta e siamo preoccupati sia per i rischi sanitari che per le minacce al nostro benessere economico, c’è sempre una gran parte dell’umanità che vive al di sotto della soglia di povertà. Chi li aiuta a portare la loro croce, secondo i talenti di ciascuno? “Se non si può proibire a un artista di esprimere la sua capacità creativa, neppure si possono ostacolare coloro che possiedono doni speciali per lo sviluppo scientifico e tecnologico, le cui capacità sono state donate da Dio per il servizio degli altri” (LS 131).
Meditazione Tema: la nostra fragilità verso il creato (Fabrizio Mola, LS Circle Piossasco) Viviamo questi giorni altalenando i nostri umori tra momenti di timore per i nostri cari più fragili e per ciò che verrà, a momenti di intima riconoscenza per i gesti di tenerezza e di convivialità profonda che stiamo vivendo con i nostri famigliari. Tutto è così mutevole, imprevedibile ed inaspettato, da renderci orfani del nostro senso di onnipotenza e di controllo sull’ambiente che ci circonda. Viviamo questo tempo purificandoci dalla nostra arroganza nell’imporci come dominatori del creato. L’umiliazione, che nasce dal sentirci schiacciati dall’impotenza e fragili davanti alla meravigliosa complessità del creato, ci doni l’umiltà per divenire rispettosi custodi ed attivi contemplatori dell’opera di Dio.
Gesù cade per la prima voltaEppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.  (Is 53, 4-6)EndFragment
Meditazione Tema: la nostra fragilità verso il creato (Fabrizio Mola, LS Circle Piossasco) Viviamo questi giorni altalenando i nostri umori tra momenti di timore per i nostri cari più fragili e per ciò che verrà, a momenti di intima riconoscenza per i gesti di tenerezza e di convivialità profonda che stiamo vivendo con i nostri famigliari. Tutto è così mutevole, imprevedibile ed inaspettato, da renderci orfani del nostro senso di onnipotenza e di controllo sull’ambiente che ci circonda. Viviamo questo tempo purificandoci dalla nostra arroganza nell’imporci come dominatori del creato. L’umiliazione, che nasce dal sentirci schiacciati dall’impotenza e fragili davanti alla meravigliosa complessità del creato, ci doni l’umiltà per divenire rispettosi custodi ed attivi contemplatori dell’opera di Dio.
Gesù cade per la prima voltaEppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.  (Is 53, 4-6)EndFragment
Meditazione Tema: la nostra fragilità verso il creato (Fabrizio Mola, LS Circle Piossasco) Viviamo questi giorni altalenando i nostri umori tra momenti di timore per i nostri cari più fragili e per ciò che verrà, a momenti di intima riconoscenza per i gesti di tenerezza e di convivialità profonda che stiamo vivendo con i nostri famigliari. Tutto è così mutevole, imprevedibile ed inaspettato, da renderci orfani del nostro senso di onnipotenza e di controllo sull’ambiente che ci circonda. Viviamo questo tempo purificandoci dalla nostra arroganza nell’imporci come dominatori del creato. L’umiliazione, che nasce dal sentirci schiacciati dall’impotenza e fragili davanti alla meravigliosa complessità del creato, ci doni l’umiltà per divenire rispettosi custodi ed attivi contemplatori dell’opera di Dio.
Gesù cade per la prima voltaEppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.  (Is 53, 4-6)EndFragmentEndFragment
Meditazione Tema: madre Terra (Daniela Finamore, GCCM Divest-Invest & European Programs Coordinator)  Una spada trafigge l’anima di Maria, madre, travolta dal pianto e dal dolore. Una spada trafigge il corpo della nostra madre terra ogni volta che distruggiamo le sue foreste, ogni volta che riversiamo veleni nella sua terra, nei suoi fiumi e splendidi mari, ogni volta in cui ci comportiamo come se il Creato fosse una nostra proprietà e non un dono di Dio. E’ veramente questo atteggiamento di ingratitudine che vogliamo tenere nei confronti della nostra madre terra? In questo momento di isolamento, in cui sentiamo maggiormente la mancanza del contatto con il Creato, avviciniamoci alla madre terra in solidarietà, uniamoci al pianto ed al dolore di Maria, uniamoci al pianto della terra e dei poveri, degli ultimi, e predisponiamoci come figli che operano con il cuore, che cercano di difendere la propria madre e ne alleviano le ferite, del corpo e dell’anima. 
Gesù incontra la madre Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.  (Gv 19, 25-27)EndFragment
Gesù incontra la madre Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.  (Gv 19, 25-27)EndFragment
Gesù incontra la madre Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.  (Gv 19, 25-27)EndFragmentEndFragment
Meditazione Tema: madre Terra (Daniela Finamore, GCCM Divest-Invest & European Programs Coordinator)  Una spada trafigge l’anima di Maria, madre, travolta dal pianto e dal dolore. Una spada trafigge il corpo della nostra madre terra ogni volta che distruggiamo le sue foreste, ogni volta che riversiamo veleni nella sua terra, nei suoi fiumi e splendidi mari, ogni volta in cui ci comportiamo come se il Creato fosse una nostra proprietà e non un dono di Dio. E’ veramente questo atteggiamento di ingratitudine che vogliamo tenere nei confronti della nostra madre terra? In questo momento di isolamento, in cui sentiamo maggiormente la mancanza del contatto con il Creato, avviciniamoci alla madre terra in solidarietà, uniamoci al pianto ed al dolore di Maria, uniamoci al pianto della terra e dei poveri, degli ultimi, e predisponiamoci come figli che operano con il cuore, che cercano di difendere la propria madre e ne alleviano le ferite, del corpo e dell’anima. 
MeditazioneTema: la nostra fragilità verso Dio (Piera Savino, LS Circle Roma Trastevere) La vita, offre davvero poche certezze. In questi giorni, in cui la nostra quotidianità è completamente stravolta, ce ne rendiamo conto di più. In questo tempo in cui la nostra società, la nostra economia, ma anche la nostra comunità umana sembra cadere e sentirsi fragile, riscopriamo la nostra fragilità verso Dio. La certezza della sua silenziosa presenza. Questa certezza da un senso al nostro vivere. La consapevolezza che possiamo rialzarci tutte le volte che cadiamo, e che Gesù ci è sempre vicino anche nell'ora della prova.
Gesù cade per la terza volta È bene per l’uomo portare un giogo nella sua giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo impone. Ponga nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza. Porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non respinge per sempre. Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo il suo grande amore.  (Lam 3, 27-32)EndFragment
Meditazione Tema: la nostra fragilità verso Dio (Piera Savino, LS Circle Roma Trastevere) La vita, offre davvero poche certezze. In questi giorni, in cui la nostra quotidianità è completamente stravolta, ce ne rendiamo conto di più. In questo tempo in cui la nostra società, la nostra economia, ma anche la nostra comunità umana sembra cadere e sentirsi fragile, riscopriamo la nostra fragilità verso Dio. La certezza della sua silenziosa presenza. Questa certezza da un senso al nostro vivere. La consapevolezza che possiamo rialzarci tutte le volte che cadiamo, e che Gesù ci è sempre vicino anche nell'ora della prova.
Gesù cade per la terza volta È bene per l’uomo portare un giogo nella sua giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo impone. Ponga nella polvere la bocca, forse c’è ancora speranza. Porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non respinge per sempre. Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo il suo grande amore.  (Lam 3, 27-32)EndFragmentEndFragment
Meditazione Tema: la nostra fragilità verso Dio (Piera Savino, LS Circle Roma Trastevere) La vita, offre davvero poche certezze. In questi giorni, in cui la nostra quotidianità è completamente stravolta, ce ne rendiamo conto di più. In questo tempo in cui la nostra società, la nostra economia, ma anche la nostra comunità umana sembra cadere e sentirsi fragile, riscopriamo la nostra fragilità verso Dio. La certezza della sua silenziosa presenza. Questa certezza da un senso al nostro vivere. La consapevolezza che possiamo rialzarci tutte le volte che cadiamo, e che Gesù ci è sempre vicino anche nell'ora della prova.
Meditazione Tema: sinodalità (Cecilia Dall’Oglio, GCCM European Programs Manager) Il Tuo corpo, la Tua Chiesa è nuda; della tua veste ne abbiamo fatto tanti pezzi e quello che era il tuo dono specifico per ciascuno di noi – tu che ci conosci fin dal grembo di nostra madre – ritagliato per noi secondo i nostri desideri più profondi ed al quale ci avevi chiamato personalmente, a due a due, in comunità (dove ti piace tanto stare con noi), invece, sembra che a sorte sia affiancato l’uno all’altro nel Tuo Corpo, senza alcun amore ed armonia, senza alcuna conoscenza e preghiera gli uni per gli altri. Non siamo come il Tuo Francesco che si spogliò; noi siamo ricchi ciascuno dei propri progetti, eventi, carismi e missioni, schiavi del “si è sempre fatto così”. Non esultiamo mai per come lo Spirito si diffonde negli altri, grazie ai quali riusciamo ad arrivare dove noi non arriviamo, a liberare il tuo povero che grida e la nostra madre terra: tutto è connesso, come ci scrive Papa Francesco nella sua lettera Enciclica Laudato si’, meno che noi. Ci voleva una tragedia come questa del coronavirus per spogliare anche noi dalla nostra presunzione di essere “corpo” e non “membra”, fratelli nella stessa comune casa che aspetta che noi ci organizziamo armoniosamente per invocare il suo canto di liberazione.
Gesù è spogliato delle sue vesti I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti– una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo.Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte.  (Gv 19, 23-24) EndFragment
Meditazione Tema: sinodalità (Cecilia Dall’Oglio, GCCM European Programs Manager) Il Tuo corpo, la Tua Chiesa è nuda; della tua veste ne abbiamo fatto tanti pezzi e quello che era il tuo dono specifico per ciascuno di noi – tu che ci conosci fin dal grembo di nostra madre – ritagliato per noi secondo i nostri desideri più profondi ed al quale ci avevi chiamato personalmente, a due a due, in comunità (dove ti piace tanto stare con noi), invece, sembra che a sorte sia affiancato l’uno all’altro nel Tuo Corpo, senza alcun amore ed armonia, senza alcuna conoscenza e preghiera gli uni per gli altri. Non siamo come il Tuo Francesco che si spogliò; noi siamo ricchi ciascuno dei propri progetti, eventi, carismi e missioni, schiavi del “si è sempre fatto così”. Non esultiamo mai per come lo Spirito si diffonde negli altri, grazie ai quali riusciamo ad arrivare dove noi non arriviamo, a liberare il tuo povero che grida e la nostra madre terra: tutto è connesso, come ci scrive Papa Francesco nella sua lettera Enciclica Laudato si’, meno che noi. Ci voleva una tragedia come questa del coronavirus per spogliare anche noi dalla nostra presunzione di essere “corpo” e non “membra”, fratelli nella stessa comune casa che aspetta che noi ci organizziamo armoniosamente per invocare il suo canto di liberazione.
Gesù è spogliato delle sue vestiI soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti– una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte.  (Gv 19, 23-24) EndFragment
Meditazione Tema: sinodalità (Cecilia Dall’Oglio, GCCM European Programs Manager) Il Tuo corpo, la Tua Chiesa è nuda; della tua veste ne abbiamo fatto tanti pezzi e quello che era il tuo dono specifico per ciascuno di noi – tu che ci conosci fin dal grembo di nostra madre – ritagliato per noi secondo i nostri desideri più profondi ed al quale ci avevi chiamato personalmente, a due a due, in comunità (dove ti piace tanto stare con noi), invece, sembra che a sorte sia affiancato l’uno all’altro nel Tuo Corpo, senza alcun amore ed armonia, senza alcuna conoscenza e preghiera gli uni per gli altri. Non siamo come il Tuo Francesco che si spogliò; noi siamo ricchi ciascuno dei propri progetti, eventi, carismi e missioni, schiavi del “si è sempre fatto così”. Non esultiamo mai per come lo Spirito si diffonde negli altri, grazie ai quali riusciamo ad arrivare dove noi non arriviamo, a liberare il tuo povero che grida e la nostra madre terra: tutto è connesso, come ci scrive Papa Francesco nella sua lettera Enciclica Laudato si’, meno che noi. Ci voleva una tragedia come questa del coronavirus per spogliare anche noi dalla nostra presunzione di essere “corpo” e non “membra”, fratelli nella stessa comune casa che aspetta che noi ci organizziamo armoniosamente per invocare il suo canto di liberazione.
Gesù è spogliato delle sue vesti I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti– una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca». Così si compiva la Scrittura, che dice: Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte.  (Gv 19, 23-24) EndFragmentEndFragment
Gesù è inchiodato sulla croce Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».  (Lc 23, 33-43) EndFragment
Meditazione Tema: grido dei poveri (Benedict Ayodi OFM Capp, GCCM Program Manager – Africa) Come chiodi spinti nella carne, l'agonia della fame tormenta Cristo. Sottile e costantemente dolorante, sa contare tutte le sue ossa. Come frati cappuccini, lavoriamo nei bassifondi e nei quartieri poveri di Nairobi, vediamo persone che vivono in condizioni di estrema povertà, senza cibo, senza acqua, senza medicine e senza ripari. E ora ancora peggio con la minaccia del coronavirus. Dove fanno la quarantena senza un riparo? Dove prendono i farmaci senza assicurazione sanitaria? Come lavorano da casa quando non hanno un lavoro? Il resto del mondo osserva senza preoccuparsi delle loro sofferenze. Inchiodati sulla croce della povertà, i poveri soffrono e condividono silenziosamente le sofferenze di Cristo, per mancanza di un po' di cibo, un po' d'amore e un po' di gentilezza umana.
Gesù è inchiodato sulla croce Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».  (Lc 23, 33-43) EndFragment
Meditazione Tema: grido dei poveri (Benedict Ayodi OFM Capp, GCCM Program Manager – Africa) Come chiodi spinti nella carne, l'agonia della fame tormenta Cristo. Sottile e costantemente dolorante, sa contare tutte le sue ossa. Come frati cappuccini, lavoriamo nei bassifondi e nei quartieri poveri di Nairobi, vediamo persone che vivono in condizioni di estrema povertà, senza cibo, senza acqua, senza medicine e senza ripari. E ora ancora peggio con la minaccia del coronavirus. Dove fanno la quarantena senza un riparo? Dove prendono i farmaci senza assicurazione sanitaria? Come lavorano da casa quando non hanno un lavoro? Il resto del mondo osserva senza preoccuparsi delle loro sofferenze. Inchiodati sulla croce della povertà, i poveri soffrono e condividono silenziosamente le sofferenze di Cristo, per mancanza di un po' di cibo, un po' d'amore e un po' di gentilezza umana.
Gesù è inchiodata sulla croce [if gte mso 9]> Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE
Meditazione Tema: la nostra relazione con i fratelli (Domenica Reyes, GCCM Communications and Programs Coordinator, Co-chair LaudatoSiGeneration.org) Come Giuseppe, dobbiamo essere solidali con i nostri fratelli. Dobbiamo vivere in armonia, con tutti, non solamente i nostri fratelli e sorelle umani, ma anche tutte le creature del creato. Dio ci ha dato il luogo come custodi della casa comune, non solo per noi ma per tutti, incluse le generazioni future. Gli scienziati ci mettono in guardia sulla gravità del coronavirus e i politici e i cittadini rispondono rapidamente a questa sfida mondiale che sta cambiando le nostre vite. Tutti noi abbiamo bisogno dello stesso livello di risposta per affrontare la crisi climatica che, come la crisi pandemica che stiamo vivendo, colpisce i più vulnerabili del pianeta. Il cambiamento climatico colpisce di maniera più forte i nostri fratelli più vulnerabili. Come giovani, adulti, vecchi dobbiamo prenderci cura della nostra casa come segno di amore verso il povero e l’escluso.
Gesù è condannato a morte Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto.  (Lc 23, 50-53) EndFragment
Gesù è caricato dalla croce Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto.  (Lc 23, 50-53) EndFragment
Meditazione Tema: la nostra relazione con i fratelli (Domenica Reyes, GCCM Communications and Programs Coordinator, Co-chair LaudatoSiGeneration.org) Come Giuseppe, dobbiamo essere solidali con i nostri fratelli. Dobbiamo vivere in armonia, con tutti, non solamente i nostri fratelli e sorelle umani, ma anche tutte le creature del creato. Dio ci ha dato il luogo come custodi della casa comune, non solo per noi ma per tutti, incluse le generazioni future. Gli scienziati ci mettono in guardia sulla gravità del coronavirus e i politici e i cittadini rispondono rapidamente a questa sfida mondiale che sta cambiando le nostre vite. Tutti noi abbiamo bisogno dello stesso livello di risposta per affrontare la crisi climatica che, come la crisi pandemica che stiamo vivendo, colpisce i più vulnerabili del pianeta. Il cambiamento climatico colpisce di maniera più forte i nostri fratelli più vulnerabili. Come giovani, adulti, vecchi dobbiamo prenderci cura della nostra casa come segno di amore verso il povero e l’escluso.
Gesù è caricato dalla croce [if gte mso 9]> Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE
Gesù muore in croce Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.  (Lc 23, 44-46)EndFragment
Meditazione Tema: la nostra relazione con Dio (Antonio Caschetto, GCCM Laudato Si Program Coordinator - Assisi)  Nel grido di Cristo sulla croce si coglie forse il più grande dramma del calvario, che va oltre il dolore della madre, la delusione per i fratelli, la sofferenza fisica e per giunta la stessa morte: si coglie la rottura del rapporto con Dio. Cosa potrebbe essere, la nostra vita, senza la luce di una relazione vera con il nostro creatore? In questi tempi difficili, in cui anche i nostri riti sono “vietati”, abbiamo ancora una relazione vera con Dio? Questo grido che si leva sulla croce, è forse quello di ogni uomo che in questo momento si sente schiacciato dal dolore e dalla sofferenza.  (Vi invito a osservare un minuto di silenzio per tutte le vittime del coronavirus, riflettendo su questa immagine forte che abbiamo visto in questi giorni da Bergamo) 
Meditazione Tema: la nostra relazione con Dio (Antonio Caschetto, GCCM Laudato Si Program Coordinator - Assisi)  Nel grido di Cristo sulla croce si coglie forse il più grande dramma del calvario, che va oltre il dolore della madre, la delusione per i fratelli, la sofferenza fisica e per giunta la stessa morte: si coglie la rottura del rapporto con Dio. Cosa potrebbe essere, la nostra vita, senza la luce di una relazione vera con il nostro creatore? In questi tempi difficili, in cui anche i nostri riti sono “vietati”, abbiamo ancora una relazione vera con Dio? Questo grido che si leva sulla croce, è forse quello di ogni uomo che in questo momento si sente schiacciato dal dolore e dalla sofferenza.  (Vi invito a osservare un minuto di silenzio per tutte le vittime del coronavirus, riflettendo su questa immagine forte che abbiamo visto in questi giorni da Bergamo)  
Meditazione Tema: la nostra relazione con Dio (Antonio Caschetto, GCCM Laudato Si Program Coordinator - Assisi)  Nel grido di Cristo sulla croce si coglie forse il più grande dramma del calvario, che va oltre il dolore della madre, la delusione per i fratelli, la sofferenza fisica e per giunta la stessa morte: si coglie la rottura del rapporto con Dio. Cosa potrebbe essere, la nostra vita, senza la luce di una relazione vera con il nostro creatore? In questi tempi difficili, in cui anche i nostri riti sono “vietati”, abbiamo ancora una relazione vera con Dio? Questo grido che si leva sulla croce, è forse quello di ogni uomo che in questo momento si sente schiacciato dal dolore e dalla sofferenza.  (Vi invito a osservare un minuto di silenzio per tutte le vittime del coronavirus, riflettendo su questa immagine forte che abbiamo visto in questi giorni da Bergamo) 
Gesù muore in croce [if gte mso 9]> Normal 0 14 false false false IT X-NONE X-NONE
Gesù è sepolto Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto. (Lc 23, 54-56)EndFragment
Meditazione Tema: la nostra relazione con il creato (Paolo Perri, GCCM assistant controller) “È cruciale tener conto che «per il buon funzionamento degli ecosistemi sono necessari anche i funghi, le alghe, i vermi, i piccoli insetti, i rettili e l’innumerevole varietà di microorganismi. Alcune specie poco numerose, che di solito passano inosservate, giocano un ruolo critico fondamentale per stabilizzare l’equilibrio di un luogo»” (Querida Amazonia, 49). E oggi è un virus a farci temere che la nostra vita terrena, o anche solo le nostre abitudini quotidiane, possano finire presto o essere irrimediabilmente alterate. È un vero e proprio macigno questa epidemia. Ne dobbiamo prendere atto e allo stesso tempo dobbiamo trarre forza da questo momento di difficoltà, affinché anche per noi questo epilogo sia in realtà un nuovo inizio e la pietra tombale su un modo di vivere diventi una porta di luce e di amore.
Gesù è sepolto Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.  (Lc 23, 54-56) EndFragment
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Meditazione Tema: la nostra relazione con il creato (Paolo Perri, GCCM assistant controller) “È cruciale tener conto che «per il buon funzionamento degli ecosistemi sono necessari anche i funghi, le alghe, i vermi, i piccoli insetti, i rettili e l’innumerevole varietà di microorganismi. Alcune specie poco numerose, che di solito passano inosservate, giocano un ruolo critico fondamentale per stabilizzare l’equilibrio di un luogo»” (Querida Amazonia, 49). E oggi è un virus a farci temere che la nostra vita terrena, o anche solo le nostre abitudini quotidiane, possano finire presto o essere irrimediabilmente alterate. È un vero e proprio macigno questa epidemia. Ne dobbiamo prendere atto e allo stesso tempo dobbiamo trarre forza da questo momento di difficoltà, affinché anche per noi questo epilogo sia in realtà un nuovo inizio e la pietra tombale su un modo di vivere diventi una porta di luce e di amore.