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Si è concluso da pochi giorni il convegno per il centenario della proclamazione di San Francesco di Sales a patrono dei giornalisti e degli scrittori tenutosi lo scorso 28 gennaio a Padova, presso la sala dello Studio teologico della basilica di Sant’Antonio.

Numerose sono state le presenze in sala, tra personalità religiose, operatori della comunicazione, inviati dei vari media, docenti dell’Università di Padova, nonché un folto numero di persone sordomute, delle quali San Francesco di Sales è protettore. A quest’ultime è stata rivolta un’attenzione particolare da parte di Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, che ha affermato «[…] Chi sono i sordi del nostro tempo, sono quelli che non sentono con le orecchie o quelli che non sentono con il cuore? […] Chi sono i sordi e come possiamo non essere sordi noi giornalisti?».

Tanti sono stati i temi trattati durante la mattinata: quello dell’empatia nella professione giornalistica, affrontato da Lucia Bellaspiga, inviata di Avvenire, che ha affermato che l’amore è utile al lavoro del giornalista, non in senso romantico, ma come metodo e strategia di lavoro; o ancora quello della tecnologia e dei social media in relazione al giornalismo, esposto da Fabio Bolzetta, Presidente dell’associazione Weca, il quale ha lanciato la seguente provocazione: «[…] È possibile che, per esempio, nelle notizie pubblicate, anche online, questo modifichi anche il processo di selezione e cioè che, a livello editoriale, scegliamo un tipo di notizie in base al potenziale delle condivisioni e delle polarizzazioni?».

Una nuova prospettiva, dunque, è stata proposta sul mestiere del giornalista, il quale necessita, oggi più che mai, di equipaggiarsi di discernimento, come affermato da Padre Giulio Albanese, giornalista e missionario comboniano, il quale prosegue dicendo che «Nella complessità, da un punto di vista squisitamente giornalistico, l’unica vera cosa da fare è quella del big data, raccogliere più informazioni possibili, leggere, studiare, documentarsi», per contrastare il pensiero debole, la tuttologia.

Da Claudia Gallinaro, per Cube Radio Venezia, è tutto.