Poeti socialia Verona: Francesco d’Assisi secondo Aldo Cazzullo

Il 15 settembre al convento di San Bernardino a Verona, Aldo Cazzullo presenta “Francesco, il primo italiano” (HarperCollins) dialogando con il vescovo monsignor Domenico Pompili. L’evento apre l’anteprima di “Poeti sociali”, la rassegna dal tema “Fraternità è il nome della pace” che dal primo al cinque ottobre animerà la città scaligera con cinquanta appuntamenti e oltre cento ospiti internazionali, da Javier Cercas a Cecilia Sala, da Simone Cristicchi a Cristina Cattaneo.

Cazzullo, reduce dal successo de “Il Dio dei nostri padri” e prolifico narratore di figure che hanno segnato la storia italiana da Romolo a Craxi, si cimenta questa volta con quello che definisce un personaggio unico: “Di uomini così, ne nasce uno ogni mille anni”. L’autore presenta Francesco come il primo vero italiano, non solo per il ruolo nella costruzione dell’identità nazionale, ma soprattutto perché ottocento anni fa, nel 1225, compose il Cantico delle Creature, considerato la prima poesia in lingua italiana, un testo accompagnato dalla musica dello stesso Francesco che, nonostante fosse nato in un contesto di sofferenza fisica e incertezze, celebrava la bellezza e la serenità del creato.

Durante l’incontro si esplorerà l’influenza duratura che Francesco ha esercitato su figure come Antonio di Padova, Giotto, Dante, Cristoforo Colombo e padre Pio, un’eredità spirituale e culturale che trova a Verona terreno particolarmente fertile, considerando la presenza storica di numerose comunità francescane dai Frati minori di San Bernardino ai Capuccini di Villafranca. Il convento che ospita l’evento testimonia questa tradizione: costruito dai veronesi a partire dal 1450, anno della canonizzazione di san Bernardino da Siena, mantiene oggi la sua vocazione culturale sotto la guida di fra’ Giuseppe Bonato.

L’iniziativa, patrocinata dal sindaco Damiano Tommasi, proseguirà con il cardinale Pierbattista Pizzaballa il 25 settembre in cattedrale, incontri sulla salute come bene comune all’ospedale di Negrar e momenti di condivisione con le comunità immigrate, per sfociare nella rassegna vera e propria che vedrà anche riflessioni su intelligenza artificiale e volontariato. In un’epoca di divisioni e incertezze, Cazzullo propone Francesco come bussola per il nuovo millennio, avvertendo provocatoriamente che “se non daremo retta a san Francesco, per l’umanità potrebbe essere l’ultimo”, un invito a riscoprire quel mercante diventato poverello come esempio di fraternità capace di costruire pace.