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Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha definito «uno scenario apocalittico», quello che si è trovato di fronte, una volta giunto immediatamente sul tratto sopraelevato di via dell’Elettricità, a Mestre.

Intorno alle 19.45, di martedì scorso, infatti, un pullman pieno di turisti è precipitato dal cavalcavia, sfondando il guardrail e finendo vicino ai binari posizionati lungo la strada sottostante. A quel punto la vettura ha preso fuoco. Sono 21 le vittime, tutte identificate: secondo la prefettura di Venezia, si tratta di nove cittadini ucraini, quattro romeni, tre tedeschi, due portoghesi, un croato, un sudafricano e un italiano, il conducente del bus. Anche Alberto Rizzotto, infatti, trevigiano, 40 anni, è morto nello schianto, tra lo choc dei suoi colleghi che lo ricordano come un conducente esperto che esercitava la professione da sette anni.

15, invece, si stimano essere le persone ferite. 13 di queste sono già state identificate: sono cinque cittadini ucraini, quattro tedeschi, due spagnoli, un croato e un francese. Gli ultimi due ricoverati, su cui sono ancora in corso gli accertamenti, dovrebbero essere un cittadino ucraino e uno tedesco. Il più recente bollettino diffuso dalla Regione Veneto ha confermato che dei 15 feriti, 12 sono adulti e 3 minorenni; dieci di loro si trovano in terapia intensiva.

Sulle cause dell’incidente è stato aperto dalla Procura di Venezia un fascicolo di inchiesta con l’ipotesi di omicidio stradale plurimo, per il momento senza indagati. Non sussiste ancora una ricostruzione certa delle dinamiche e delle cause dell’incidente, ma sono due le ipotesi principali al vaglio della magistratura: una manovra sbagliata con l’affiancamento ad un altro bus e un guardrail vecchio oppure un malore del conducente che non è riuscito a tenere sotto controllo la vettura. Per ora il guardrail, la zona di caduta e il mezzo sono stati posti sotto sequestro, mentre la scatola nera del bus è stata acquisita e verrà esaminata.

Da Claudia Gallinaro, per Cube Radio Venezia, è tutto.