Eccoci nuovamente con Sonar, la rubrica di Cube Radio News. Oggi continuiamo a parlarvi dell’iniziativa Armadio Etico, in caso potete recuperare la scorsa puntata per capire meglio di cosa si tratta.

Dalle testimonianze offerte dai numerosi ospiti di ModaPuntoCom è nata l’idea di allestire una mostra che presentasse, oltre ad una serie di pannelli espositivi, un armadio provocatorio, vuoto di vestiti e pieno di consapevolezza. Dai calzini che non hanno necessità di essere lavati, ai vestiti con etichetta e rilievi in braille, alle calzature prodotte da persone svantaggiate, i capi esposti sono diventati uno stimolo tattile al pensiero critico e un ponte di collegamento con la Laudato si’. “In genere – evidenzia don Nicola Giacopini, direttore dello Iusve – non si pensa che la moda abbia un valore così importante per la casa comune, invece tutto è interconnesso: la bellezza, la tutela del creato, la persona, la qualità e i diritti dei lavoratori, la società e l’economia”.

Anche il contrasto alla cultura dello scarto ha innervato l’impianto della mostra, proponendo il riciclo e riuso dei vestiti come pratica trasformativa ed esponendo capi prodotti con fibre tessili rigenerate.

La mostra Armadio etico è inserita all’interno di un triennio di formazione e sensibilizzazione che, a partire dall’anno accademico 2019/2020, ha posto al centro dell’attenzione l’enciclica di Papa Francesco sulla cura della casa comune, come sottolinea il professor Lorenzo Biagi, vicedirettore Iusve per il progetto Ecologia integrale e nuovi stili di vita: “La Laudato si’ ci ha offerto e ci ha messo davanti due assi importanti: uno per la ricerca accademica, ed è l’approfondimento dell’ecologia integrale, e l’altro formativo-educativo che è l’implementazione di nuovi stili di vita”.

I risvolti educativi e pastorali

La mostra, che ha previsto un primo allestimento a Venezia Mestre nel mese di ottobre 2020 e verrà riproposta nella sede dello Iusve di Verona nella prossima primavera, è stata visitata nel rispetto delle norme anti Covid da decine di studenti e docenti, provenienti anche dal territorio circostante. Giovanna De Martino e Anna Sferruzza, due studentesse di Psicologia che hanno seguito quotidianamente le visite alla mostra, confermano il grande interesse e lo stupore di molti loro coetanei: “molti studenti – riferisce Giovanna – sono rimasti colpiti sia dall’estetica gradevole dei capi esposti sia dai costi relativamente alti. Dopo le nostre spiegazioni sulla filiera e sulla qualità dei materiali hanno, però, compreso il senso di un esborso più cospicuo e dell’assunzione di responsabilità che viene loro richiesta anche tramite l’acquisto”.

Il tipo di allestimento ha privilegiato l’aspetto tattile ed esperienziale, aggiunge il professor Gottardo. “Abbiamo preferito – chiarisce – far vivere ai nostri ospiti un’esperienza e non solo un percorso informativo. Toccare con mano che esistono stoffe realizzate per i non vedenti o constatare di persona la qualità dei materiali rigenerati orienta in modo rilevante i processi decisionali”. “Abbiamo avuto modo di condividere con i visitatori anche le prospettive pastorali offerte dalla mostra – spiega Arianna Scalabrin, referente per la pastorale universitaria – e sono rimasta sorpresa dal fascino suscitato dalla tematica e dal desiderio di confrontarsi sul divario tra le indicazioni dell’enciclica Laudato si’ e quanto, invece, ci propone la società dei consumi”.

Il Sonar di oggi termina qui, Agata Borracci per Cube Radio News, a voi studio.