Nicolò Panato – Verona

Nonostante i timori iniziali i lavori procedettero spediti e nel giugno del 2019 vennero piantate le
prime 3126 viti. Si sa, per produrre vino una virtù fondamentale è la pazienza, per cui una volta
piantati i semi non bisognava fare altro che aspettare. Delle tremilacentoventisei viti piantate,
quarantuno “persero un anno”: dodici a causa delle rigide temperature invernali mentre i germogli di
altre ventinove viti sono state mangiate da alcuni caprioli del bosco accanto e sono state ripiantate.
Le viti vengono regolarmente potate e una volta pronte il vino viene prodotto con il metodo classico.
La denominazione “classico” è tale perché è quella che si utilizzava anche quattrocento anni fa per
produrre spumanti. L’invenzione si deve a un abate, Pierre Perignon, il quale la utilizzava per
rifermentare il pinot noir nelle cantine di un’abbazia vicino a Reims. Oggi questo metodo è utilizzato
in tutto il mondo e richiede precisione e attenzione, oltre a conoscenze tecniche e soprattutto tanta
pazienza. Nella produzione del vino anche Corte Cavolo vive i problemi contemporanei legati alla
siccità: la vendemmia del settembre 2022 è durata solo sette giorni. Un risultato troppo scarso, come
ammesso dagli stessi proprietari, e ben diverso rispetto alla vendemmia 2021, la quale durò ben venti
giorni. L’auspicio è che nei prossimi anni la situazione migliori in modo da poter tornare ai vecchi
standard.

La Valpantena è una valle situata nella zona est di Verona che, dal centro della città, sale sino a
raggiungere i monti Lessini, passando per piccoli paesi come Poiano, Quinto, Marzana e Grezzana.
In questi luoghi sorgono decine e decine di vigneti e cantine e la produzione del vino è una passione
tramandata di generazione in generazione. Proprio a Grezzana troviamo Corte Cavolo, una piccola
cantina nata dalla passione dei proprietari, i quali nel 2019 si imbarcarono nell’avventura di restaurare
l’ultracentenaria corte, al fine di utilizzarla come base per fondare una cantina.

Infine, non si può descrivere Corte Cavolo senza parlare dei suoi dipendenti. Essendo solo dieci,
questi costituiscono l’anima dell’azienda. Due di questi, Pietro ed Emanuele, nonostante abbiano
un’età inferiore ai trent’anni rivestono ruoli chiave all’interno della cantina, rispettivamente
agronomo e responsabile della produzione. Fare largo ai giovani dunque, è un imperativo che
permette a Corte Cavolo non solo di avere nuovi dipendenti entusiasti e preparati, ma di assicurare
un futuro all’intera azienda.

Corte Cavolo – Fotogallery a cura di Nicolò Panato