Eccoci nuovamente con le notizie della settimana e con un approfondimento su Cuore di Maglia, un’Associazione di volontari da tutta Italia che si impegna nella realizzazione di indumenti – appunto – in maglia per i bambini nati prematuramente. 

Nata nel 2008, l’associazione è presente in Italia con 35 ambasciatrici in circa 70 ospedali, più precisamente nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale, la TIN; spinte dalla necessità di creare un qualcosa che le industrie non producono, ovvero corredini dalle taglie particolarmente piccine, volontarie sconosciute ma come anche nonne, mamme, zie, cugine, si sono armate di strumenti del mestiere e hanno iniziato a sferruzzare per i figli di quei genitori che non possono nemmeno abbracciarli. 

Solo una culla termica nei reparti dà loro del calore, mentre combattono coraggiosamente per affacciarsi al mondo esterno e che, anche se inattesi, li ha accolti con cura. Lo sanno bene i dottori, che la coniugano attraverso l’High-Touch, ovvero l’alto contenuto tecnologico del reparto ospedaliero, e che sono entusiasti dell’iniziativa dell’Associazione per curare questi neonati. Si potrebbe dire che Cuore di Maglia, invece, usa la tecnica dell’High-Touch, cioè un contatto con la pelle che va a toccare sentimenti molto alti. Un contatto con la pelle che tra l’altro va a stimolare lo sviluppo del bambino, con mani che afferrano nodi morbidi, pesciolini colorati, filature che tengono caldo. Questo lo suggerisce ed approva anche la CARE, cioè “il protocollo di cura e accudimento che contribuisce allo sviluppo dei piccoli e che facilita le relazioni genitoriali nell’ambiente alieno della terapia intensiva” come si legge sul sito dell’Associazione.

Viene da sorridere poi se si guardano le foto del Corriere della Sera, che in occasione del Carnevale, riporta la situazione delle culle di Niguarda, riempite da colori sgargianti dei costumi e travestimenti cuciti in maglia che spiccano tra il bianco delle lenzuola e degli altri elementi ospedalieri. Vederli vestiti da Paperino, Topolino e altri personaggi delle fiabe allieta dei tempi particolarmente duri per i genitori, che devono vivere il doppio dramma della pandemia e – nel migliore dei casi – di non provare tutte quelle esperienze che si vivono normalmente con un bambino nato a termine della normale gestazione.

Ecco cosa sprona allora le “cuoresse” – così si sono soprannominate le volontarie – che hanno dato vita a circa 6mila copertine, 8mila cappellini e scarpette ma che non pesano nemmeno un po’ sulla loro stanchezza. 

Questo è Cuore di Maglia, che tanto regala a chi ne fa parte ma soprattutto a chi ha la fortuna di essere avvolto o avvolta da questa speranza del domani. 

Il tempo a disposizione per questo appuntamento targato Sonar termina qui. Agata Borracci, linea allo studio.