Eccoci nuovamente all’appuntamento di Sonar, la rubrica di approfondimento di Cube Radio News. Oggi parleremo di un caso di emancipazione femminile tutta ecclesiastica. 

Stiamo parlando di Lucie Geys, suora salesiana belga, che ha contribuito all’alfabetizzazione di migliaia di persone nella Repubblica Democratica del Congo insegnando loro a leggere e scrivere in una scuola nata quasi dal nulla. 

“Koko” l’hanno battezzata, che nelle lingue bantu significa madre: Suor Lucie si è fatta amare e rispettare profondamente proprio dai giovani, a cui ha donato forza e speranza. “Penso che questa sia la cosa più bella dei miei 54 anni in Congo: vedere come i giovani entrano senza prospettive e se ne vanno con le proprie gambe. Alcuni vanno a studiare all’università o al college, altri trovano un lavoro e sono in grado di vivere in modo indipendente!” confessa in un’intervista al Bollettino Salesiano, la rivista fondata da San Giovanni Bosco.

Si tratta di una missione che inizia nel 1966, ma che ha dovuto inciampare in diversi percorsi prima di concretizzarsi in quella di cui vi parleremo oggi. 

All’inizio, infatti, Suor Lucie parte per Kafubu, una regione a sud-est di Lubumbashi, per fornire lezioni di cucito; in qualche modo però non si sente al posto giusto al momento giusto. Dopo 5 anni, si trasferisce a Mokambo, dove inizia la gestione di un vero e proprio laboratorio di cucito per ragazze. Qui, accade qualcosa di tanto singolare quanto difficile: il furto e sequestro delle macchine da cucito. La situazione fortunatamente si è risolta con un sacco pieno di banconote false, ma è stato necessario scappare prima che i ladri potessero far accadere il peggio.

È nel 1988 che l’avventura che la porta a creare qualcosa di spirituale ha inizio. 

Già, perché è il giorno della festa di don Bosco, il 31 gennaio, che Suor Lucie si trasferisce a Kinshasa, in un quartiere che non presenta nulla a parte un pezzo di terra di quattro ettari e una piccola casa, priva di acqua, elettricità e compagnia. 

Passo dopo passo e grazie ad un’organizzazione di volontari, però, riesce a costruire “una scuola con laboratorio di cucito, panetteria, scuola per acconciatrici e diverse aule”, dove circa 3000 bambini riescono finalmente a vedere l’opportunità di una vita realizzata. In realtà, non solo bambini: la suora salesiana ha infatti aperto le porte a migliaia di ragazze, ragazzi, persone di ogni età… Chiunque volesse imparare, insomma; perché l’obiettivo è sempre stato lo stesso: combattere l’analfabetismo. Il suo stato di salute, tuttavia, ha interrotto questa grande opera di Koko Lucie – momentaneamente aggiunge lei.
Attualmente è in Belgio, in ritiro, ma col cuore è ancora in Congo. Alla fine dell’intervista per il magazine salesiano, la suora confessa che sta ancora lavorando su un progetto finale, che vuole portare a termine. D’altronde, il cuore di una mamma non smette mai di custodire quello di un figlio.

Anche per oggi il tempo a nostra disposizione è esaurito. Agata Borracci, linea allo studio.