“Riapertura” è stata una delle parole chiave di questi ultimi due lunghi anni e per
molti ha significato una ripresa della propria vita, un ritorno alla normalità dovuto e
atteso con ansia e forse anche con un po’ di timore.

Invece per molti altri, il covid è stato un evento spartiacque, dove la paura ha
lasciato spazio alla creatività per dare un cambiamento significativo alla propria
vita, migliorando non solo il proprio benessere psico-fisico, ma anche aiutando gli
altri e un sistema – un ecosistema – che è in crisi da troppo tempo e che ha
bisogno di un tempestivo aiuto.

Un progetto che dimostra la voglia di investire nei giovani ma anche nel proprio
territorio è il “Rifiuthlon”, un’iniziativa, anzi una gara di raccolta rifiuti a premi,
ideata in Sardegna da Aics Ambiente, per avvicinare i più giovani alle tematiche
ambientali.

In questo modo Aics ha messo in contatto tre elementi della nostra società che
sembrano indipendenti tra loro, ma che in verità sono interconnessi: il territorio, il
lavoro e le nuove generazioni. Infatti, nella grande isola del Mediterraneo, molti
sardi hanno richiesto di partecipare al “Rifiuthlon Hybrid Tour” proprio per la sua
novità e la voglia di rimettere in moto un’isola che per tutto il periodo della
pandemia ha sofferto moltissimo e che con l’arrivo della stagione estiva, vede
l’arrivo di moltissimi turisti da tutto il mondo, portando in alto non solo il nome
della Sardegna, ma anche quello dell’Italia.

In questa estate di ripartenza, ad ogni tappa, come spiega il presidente di Aics
Andrea Nesi, ogni cittadino e turista viene armato di pinze, pettorina e sacco di
cotone per aiutare a ripulire l’ambiente da tutti quei rifiuti dannosi non solo per noi
stessi, ma anche per la flora e la fauna.

Alla fine della gara ogni partecipante viene premiato con una medaglia che gli
riconosce come “moschettieri dell’ambiente”, riferendosi alla loro spada-pinza e
per ogni persona premiata c’è in realtà un cittadino che acquisisce la
consapevolezza della bellezza della propria terra e che il cambiamento, la
cosiddetta rivoluzione verde, non deve per forza venire dalle istituzioni (anche se
dovrebbero giocare un ruolo fondamentale in questa rivoluzione), attendendo
passivamente, ma anche attraverso la partecipazione a questi tipo di eventi.
Realtà come queste esistono e non sono poche, anzi dimostrano che la voglia di
migliorare proviene da quella parte della società che spesso viene dimenticata e
forse troppe volte accusata di non avere iniziativa.

Ma ovviamente non dobbiamo illuderci che bastino: quello che dobbiamo fare è
prendere esempio da questo tipo di attività ed investire sul territorio, per passare
da un sistema economico incentrato sul profitto, a uno che punti sul rispetto
dell’ambiente e delle persone, perché la Terra non è sinonimo di rifiuto e
sfruttamento, ma di casa e vita.