Un’altra dolorosa perdita colpisce lo IUSVE. Dopo quella della morte di Giuseppe Mari, pochi giorni fa è giunta la notizia della scomparsa del professor don Giuseppe Tacconi.

Prete salesiano e docente di pedagogia, i colleghi e gli studenti lo ricordano come un uomo dalla straordinaria intelligenza e dall’immensa gentilezza, che gli ha permesso, assieme ad altre qualità, di stabilire ottimi rapporti in qualsiasi istituto in cui egli abbia insegnato. 

E’ proprio l’importanza dei ricordi, delle belle emozioni, del sapere gustarsi i momenti, quella che Don Tacconi esalta nel suo intervento intitolato ”io contro Glio” reperibile al sito web perunavitacomeprima.org. 

Chi è Glio? è il nomignolo che il professore assegna alla malattia che ha attaccato il suo cervello, la gliomatosi, diagnosticata lo scorso 11 febbraio 2019, a seguito di un attacco epilettico notturno.
“Si tratta di una malattia grave, dall’esito, come si dice in questi casi, “infausto”; è l’espressione che spesso si legge in rete, in riferimento a questo genere di tumori. In realtà, si può dire che non tanto le malattie ma tutte le vite hanno, per certi aspetti, esito “infausto”, dato che siamo tutti mortali” si legge nel diario online. 

Diario che confessa di aver iniziato per annotare accuratamente vissuti, pensieri e momenti che i familiari, i confratelli salesiani, i colleghi e molti altri gli hanno regalato; il risultato è stato un aumento di riconoscenza verso la sua vita e verso le persone a lui vicino.
Una testimonianza preziosa che porta con sé un forte messaggio di consapevolezza e che sottolinea come a volte la continua accelerazione a cui siamo sottoposti nella vita di tutti i giorni conta ben poco se poi ci dimentichiamo di guardarci attorno e trascuriamo gli aspetti essenziali del nostro vissuto – cioè il condividere con altri e il gustare spazi, tempi, ricordi, emozioni, secondo quanto riporta Don Tacconi. 

Verso la fine del testo, si legge come il salesiano affronta il tema del fine vita. 

“La morte […] Può essere vista come una condizione beata, che, anche togliendoci la regia di ciò che ci succede, ci fa sentire sostanzialmente affidati.” Proprio come confessato di sentirsi qualche riga prima. Le stesse parole vengono riprese dal collega Don Umberto Benini, professore di diritto all’Istituto Don Bosco di Verona, che il 21 gennaio, dopo aver appreso della morte di Don Tacconi, scrive: “Beppe, come ciascuno di noi, un mistero grande, profondo, incomprensibile  dell’Amore di Dio! È divenuto per grazia, un maestro di vita. Oggi un protettore affettuoso in cielo.” 

Parole dunque di serenità e che vanno a ripensare la vita in profondità , che è occasione fausta per un destino cosìddetto infausto. 

Cube Radio si stringe al dolore dei familiari e di quanti lo conoscevano. 

Da Agata Borracci è tutto, Cube Radio news, Venezia.