Eccoci nuovamente all’appuntamento di SONAR, la rubrica di approfondimento di Cube Radio
News. Oggi tratteremo di insetti ed ecosistema: il danno dei cambiamenti climatici.

Il declino degli insetti è un fenomeno determinante per il degrado dell’ecosistema. Uno dei comitati
scientifici più prestigiosi a livello mondiale, il G-Science, nel 2020, ha lavorato ad una dichiarazione
congiunta sull’importanza degli insetti per lo sviluppo dell’umanità. La diminuzione sostanziale di
questa categoria di piccoli animali porta alla riduzione dei servizi ecosistemici che forniscono. Il
documento fornisce azioni e comportamenti da adottare per studiare, bloccare e, possibilmente,
invertire il declino della biodiversità degli insetti. Questi animali, spesso considerati comunemente
fastidiosi e insignificanti, hanno un ruolo essenziale nell’impollinazione delle piante, nella
decomposizione delle sostanze organiche e nel ciclo di nutrienti, stabilità e fertilità dei suoli. Inoltre,
essi rappresentano il principale alimento per molti animali contribuendo al controllo delle specie
dannose. Come si nota, il ruolo centrale che ricoprono per gli equilibri ecologici è essenziale per
una sostenibilità ambientale completa anche per la popolazione mondiale. Il documento riporta
cifre interessanti con cui è possibile capire l’incidenza che hanno per l’economia italiana: in Italia, il
contributo degli insetti alla produzione agraria è pari al 10-15% per un valore superiore a 5 miliardi
di euro. A livello internazionale si parla di poco meno del doppio del PIL globale.

Il drammatico fenomeno viene definito “l’apocalisse degli insetti”: una forma di estinzione poco
nota all’opinione pubblica in quanto vi è maggior sensibilità rispettivamente a specie animali
reputate superiori. Le cause principali sono da imputare all’urbanizzazione galoppante,
all’agricoltura intensiva e all’estrazione di risorse naturali che alterano continuamente il loro habitat
naturale. L’inquinamento chimico, luminoso e acustico ha un impatto notevole nella loro vita. Uno
studio nella foresta di Luquillo, in Porto Rico, stima che la popolazione di insetti negli ultimi 35 anni
sia calata dalle 10 alle 60 volte: una diminuzione del 98% di insetti che la popolano. Il dato della
ricerca di Bradford C. Lister e Andres Garcia è sconvolgente, confermato dal Center for Biological
Diversity, che considera la scomparsa degli insetti come un collasso sistemico in diversi ambienti.
Lo stesso centro evidenzia come, ad oggi, 350 specie autoctone di insetti siano a rischio di
estinzione negli Stati Uniti, mentre sono 700 quelle considerate in declino. Osservando le api, si
stima che, con la loro scomparsa, il mondo finirebbe in quattro anni. Tanto che l’Unione Europea
ha disposto finanziamenti a fondo perduto, dunque senza obbligo di restituzione, per la
salvaguardia delle api su cui L’Italia può contare più di tre miliardi di euro per l’anno corrente.

I cambiamenti climatici mettono a dura prova la sopravvivenza degli ecosistemi portando a
gravissime conseguenze. Il riscaldamento globale, in primis, rende meno favorevoli gli habitat delle
specie. Lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Science riporta che se vi fosse un aumento di
temperatura globale che superasse 1.5 gradi, come stipula l’Accordo di Parigi, la perdita di insetti
sarebbe incommensurabile, giungendo a 3.2 gradi come limite massimo per la perdita totale degli
insetti, soprattutto quelli impollinatori.

Il Sonar di oggi termina qui, Asia Galvani per Cube Radio News, a voi studio.