Ciao a tutti e benvenuti ad una nuova puntata di ModaPuntoCom. Oggi, sono con noi due persone importanti per un progetto, davvero, di cuore. Sto parlando di #46 RicucirsiLaVita. Un evento, sfilata, una performance che include la moda etica e sostenibile, ma soprattutto una moda sociale inclusiva proprio per il percorso e lo svolgimento di questo progetto nel corso del tempo. Ci parleranno di questo progetto Carlotta e Roberta, fondatrici dell’associazione culturale Maneggiare Con Cura. Partiamo da Carlotta. Facciamo una breve presentazione di e del progetto.

Io sono Carlotta Favero e sono una delle fondatrici dell’associazione Maneggiare Con Cura. È un’associazione giovane, non profit, con sede a Scorzè, in provincia di Venezia. Il nostro intento è quello di dare il proprio respiro attraverso momenti di confronto, attraverso tutta una serie di eventi culturali. Ci impegniamo a partecipare con scambio di idee, incontri, persone e essere coinvolte.

Roberta, invece, tu?

Io sono Roberta e faccio parte dell’associazione Maneggiare Con Cura. Vi parlo del progetto che andremo a realizzare.

Come nasce questo progetto e soprattutto perché #46 RicucirsiLaVita?

Il progetto nasce da un mio sogno, da una volontà di dare riscatto a chi ha avuto o chi sta attraversando dei momenti difficili nella vita, perché la vita porta ad attraversare momenti duri ma allo stesso tempo, una volta usciti si respira il vero senso della vita. È nato da un sogno.

L’idea era quella di far sfilare delle donne e c’era la necessità di trovare chi potesse fare per noi dei vestiti. In questo, siamo entrati in contatto con la Cooperativa Sociale Onlus Il cerchio, di cui fa parte la Sartoria Banco Lotto numero 10. Sono una realtà presente a Venezia da più di 20 anni. Per il tipo di abiti che fanno e con lo scopo sociale che c’è dietro di loro abbiamo deciso di intraprendere questo progetto assieme. Il titolo #46 RicucirsiLaVita deriva dalle 46 donne che sfileranno e “RicucirsiLaVita” perché rappresenta per noi la metafora di quello che andiamo a rappresentare.

Abbiamo parlato, qui in radio, con Giulia di Banco Lotto numero 10 proprio la scorsa puntata di ModaPuntoCom e ci anticipava di questo evento a cui parteciperà e prenderà parte, infatti hai fatto bene a descrivere il titolo dell’evento, perché lei ci parlava di #41. Come mai questo cambiamento?

Il cambiamento è avvenuto perché, nel corso di questi ultimi mesi, ci siamo abbracciati con le donne, le modelle che parteciperanno alla sfilata e proprio perché il progetto è piaciuto, è stato difficile contenere il numero delle persone che volevano partecipare. Ci siamo rese conto che, anziché essere in 41, ci siamo trovate in 46 però, a questo punto, a malincuore, abbiamo dovuto mettere uno stop.

46 donne ci aspetteranno nella performance?

Certo, 46 donne.

Carlotta, come mai la scelta delle donne con un vissuto fragile?

La scelta, partendo dal sogno di Roberta, si era focalizzata su donne che hanno avuto un percorso di malattia oncologica. Dato che per esperienza personale c’è questo vissuto così importante, ci siamo focalizzati prima di tutto su di loro. Nel corso, nello sviluppo e nella creazione del progetto abbiamo capito che era corretto e giusto allargare l’invito a qualsiasi donna che vuole rimettersi in gioco. Le fragilità ci sono per tutti, sarebbe importante riconoscere di essere anche fragili e da queste fragilità venire fuori, evolvere, crescere sulle basi di questo.

Sulle basi di questa crescita, che voi avete testimoniato e accompagnato di queste donne, e vi siete messe in gioco proprio in primis in questa evoluzione femminile, raccontaci un po’ questo percorso rappresentativo del cambiamento della donna che poi è all’interno del vostro simbolo, di questo luogo che vi accompagna in questa performance evento.

Ci siamo focalizzate sull’evento partendo dal presupposto che era giusto fare un percorso di crescita personale rispetto a questo palcoscenico che si terrà prossimamente. Abbiamo costruito un percorso che noi chiamiamo di “bellezza esteriore e anche interiore” perché abbiamo avuto modo di creare degli incontri, noi li chiamavano incontri di sorellanza”. Attraverso questo invito personale siamo riuscite a creare questi momenti dove ci si mette in gioco, parlando di bellezza esteriore attraverso lo specchio, il trucco e le basi fondamentali.

Si è creata questa magica atmosfera per concentrarci su noi stesse e sapere quanto si può valere. Questa evoluzione ci porta a incontrare le donne sistematicamente nell’arco del mese perché ci sono le prove per questa sfilata, anche con il contributo delle coreografe. Diamo sempre spazio a ognuno di noi creando proprio questa magica atmosfera, dove ci si riconosce attraverso i movimenti, attraverso il portare questi abiti meravigliosi, creati da donne che stanno facendo un percorso veramente di rinascita attraverso le loro mani e attraverso questi tessuti splendidi.

Un’ultima domanda per Roberta. Quanto la moda intesa come cura dell’immagine è servita a sostenere il cambiamento intrapreso da queste donne?

È una domanda molto interessante. Nel corso dei secoli la moda ha sempre avuto un ruolo importante. È passata a testimoniare lo stato sociale e poi diventata, negli anni del Novecento, un mezzo per manifestare il corpo. Nel nostro evento ci siamo rese conto che la moda e gli abiti che le donne indossano esaltano la loro voglia di rinascere e di riscattarsi. È diventato un mezzo per manifestare il loro cambiamento.

Una personalità esaltata anche dall’immagine non sempre come si pensa. A volte l’immagine è molto determinante. Grazie per il tempo che ci avete regalato.

Ciao a tutti siamo di nuovo qui per ModaPuntoCom negli studi di IUSVE Cube radio. Parliamo di una performance-evento e di un bel progetto chiamato #46 RicucirsiLaVita alcune puntate fa, abbiamo parlato proprio con Carlotta e Roberta, le co-founder dell’associazione culturale Maneggiare Con Cura. Oggi parliamo con Roberta, che già conoscete, e con Sabrina. Iniziamo subito con le domande e ci rivolgiamo a Sabrina: parlaci di te, del tuo ruolo in questo progetto, perché tu sei Make Up Artist.

Sono Sabrina e sono una fondatrice dell’associazione Maneggiare Con Cura e nella vita sono una visagista e Make Up Artist. Faccio parte, come vi dicevo, dell’associazione e mi occupo della gestione e della coordinazione del gruppo di truccatori che ci sarà dietro il backstage di cui anch’io farò parte.

Come hai fatto a capire la personalità delle donne? So che tu hai fatto uno studio sull’immagine di queste donne di cui si parlava alla scorsa puntata, che saranno poi le modelle di questa sfilata, di questa performance, che è #46. Tu hai fatto uno studio anche sulla cura dell’immagine delle donne per arrivare alla definizione del loro trucco. Raccontaci questo aspetto.

Nel mio lavoro il bello è che quando si trucca si deve proprio osservare una donna in tutto e per tutto. È fondamentale osservarla. Rispettare la sua unicità, perché siamo tutte uniche per ogni nostro aspetto che ci rappresenta, e quindi ogni donna ci comunica sempre qualcosa. Nel mio lavoro bisogna proprio valorizzarlo. Per questo tipo di evento ho seguito il mood della sfilata e ho cercato di valorizzare al massimo tutto lo staff di donne che sarà con noi per la serata stessa.

A te va il merito di aver trasformato “in difetti” degli elementi unici di ognuna. Viene spesso preso un po’ alla leggera la questione del make-up ovvero ha delle connotazioni a volte negative a livello sociale. Ci sono i due opposti o troppo o magari niente perché si pensa rappresenti qualcosa di superficiale, soprattutto nell’ambito della moda. Come il trucco all’interno di una performance di questo tipo, che include moda etica e sostenibile ma anche inclusiva, è stato determinante? Cosa ha rappresentato per te? Come è stato determinante per queste donne?

La parola moda, purtroppo ad oggi, è ancora troppo poco associata al concetto di sostenibile.

Un ambito da noi molto trattato. Ci sono degli spiragli di luce. Vogliamo essere positive.

Poter realizzare la mia passione all’interno di un progetto che è molto ambizioso rappresenta una grandissima opportunità e dare voce e un volto ad una donna, ma anche valorizzare il suo aspetto nella moda, che ad oggi non è proprio così riconosciuto, ma la sfida che noi mettiamo in questo evento è proprio questa.

Mi permetto di aggiungere. Anche quella di rappresentare un contenuto davvero forte nonostante una cura dell’immagine portata ad un alto livello; cosa che generalmente non viene connotata in modo positivo. Siete un’eccezione che non conferma la regola, e per fortuna!

Roberta, so che sfilerai in questa performance, ti sei messa in gioco a 360° all’interno di questo tuo sogno, come ci raccontavi nella scorsa puntata. Oltre ad essere parte integrante dell’organizzazione, sei una delle protagoniste, una di quelle donne che ha avuto un vissuto difficile e che invece è riuscita a rinascere come il vostro simbolo. Come è stato vivere da dentro l’evoluzione di questo progetto?

Da protagonista è un continuo riscoprirmi, non smetto mai di apprendere e di crescere. Il fatto di dovermi confrontare con altre 45 donne per me non è così semplice. Questo è un mio primo step di evoluzione. L’altro, per come sono io, di carattere timida, il fatto di arrivare a sfilare davanti un pubblico non è da poco. È una bella sfida e, allo stesso tempo, vedo che il mio corpo man mano si evolve nel portamento, nel muoversi. Non vuol dire essere perfette, perché la perfezione non esiste nel mio modo di vedere, ma cominciare a prendere coscienza del mio corpo. Grazie alla regista e alla coreografa che stanno portando avanti un grandissimo lavoro con tutte le 46 donne, ci danno sicurezza ed è un grandissimo insegnamento di vita.

Volevo chiedere a Sabrina. Moda intesa come performance e sfilata, più arte, perché avete il seguito di un fotografo che vi segue in questo evento, e inclusività. È possibile al giorno d’oggi? Grazie a questo percorso, che avete fatto, potete testimoniare che questa cosa è possibile? Quali feedback vi stanno arrivando?

Sicuramente far combaciare il mondo dell’arte e della moda con il concetto di inclusività, una sfida non facile però ce la stiamo mettendo veramente tutta. Il nostro progetto nasce con lo scopo di unire questi tre concetti lanciando un forte messaggio di speranza a tutti quelli che verranno e che parteciperanno. Ti posso garantire che sta costantemente rafforzando dei feedback, che abbiamo da queste donne, e che riceviamo ogni giorno. Sono entusiaste per questo percorso che stanno facendo e arrivano veramente messaggi da parte loro che sono qualcosa di molto molto forte.

Aspettiamo anche noi di vedere il tutto. Chiudiamo questa puntata con quello che è il vostro payoff, la vostra citazione che un po’ come un faro vi conduce in questo percorso. #46 RicucirsiLaVita, ma “da queste profonde ferite usciranno farfalle libere”. Grazie mille a tutti e ci vediamo alla prossima puntata di ModaPuntoCom.