Ciao a tutti e benvenuti ad una nuova puntata di ModaPuntoCom. Oggi siamo in compagnia di Camilla Mendini, in arte Carotilla, Fashion Influencer e Fashion Designer del brand Amorilla. Parliamo di te.

Sono Camilla Mendini. Mi trovate sui social media sia come Camilla Mendini sia come Carotilla. Ho studiato Graphic Design al Politecnico di Milano e mi sono trasferita, 5 anni fa, con mio marito e i bambini, a New York. Ho traslato dal lavoro di Graphic Designer a Fashion Designer, due anni fa, quando ho aperto Amorilla che è il mio marchio di moda sostenibile. Sono più di 4 anni che parlo sui social media come Instagram e YouTube di moda sostenibile. Sono una delle prime in Italia che ne ha parlato con costanza e approfondendo molto l’argomento.

Non solo proponi un brand di moda etica e sostenibile e lavori nell’ambito della moda sostenibile, ma segui un lifestyle. È un tuo mantra la sostenibilità e l’etica nelle scelte di vita e nel quotidiano?

È un percorso che è nato, quattro anni fa, in concomitanza con i miei primi video, non ho iniziato a fare video quando avevo una conoscenza completa della sostenibilità e di che cosa fosse, anzi ho voluto aprirmi con le persone che mi seguivano e fare un percorso assieme. Ogni volta che scoprivo qualcosa di nuovo lo condividevo con loro e avevo risposte e input anche dalla mia community che, per me, è una seconda famiglia da cui imparo tantissimo. Non mi sono mai posta come un’insegnante che deve dire: cosa fare, come fare. Ma come “una di noi” che ha deciso di intraprendere una strada verso la sostenibilità. Io sono partita con la moda sostenibile per vari motivi come: sensibilità ed affinità.

Negli anni, grazie alle persone della community che mi segue, mi hanno fatto notare, ad esempio, come in America si usa molta più plastica rispetto all’Italia. Ho iniziato ad approfondire la sostenibilità in altri ambiti della vita e del quotidiano: cercare di comprare meno plastica, cercare di utilizzare meno la macchina. In ogni aspetto della vita, adesso, cerco di capire qual’è la scelta più sostenibile che posso fare. È sempre un percorso, sono all’interno di questo percorso e penso che quando si inizia questa strada sia difficile tornare indietro, se non impossibile, perché arrivi ad una consapevolezza che è difficile mettere da parte, ma è un continuo processo di miglioramento.

Parlando di comunicazione sei tu che segui la tua comunicazione come personaggio, ma anche come comunicazione relativa al brand che hai?

Si. Avevo già, come persona normale, il mio profilo Instagram su cui pian pianino ho cominciato a utilizzare e postare più frequentemente quindi non l’ho mai pensato come qualcosa di brandizzato, però il canale YouTube l’ho aperto e l’ho pensato come un progetto di comunicazione, quindi ho creato un brand attorno alla mia persona. Sapevo che devo trovarmi una mia nicchia, sapevo che devo trovare un modo di comunicare, uno stile un tono, un voice, sapevo che dovevo fare qualcosa che non c’era in Italia.

Nella prima fase, il canale YouTube ce l’ho da 6 anni, ho fatto varie prove per capire: cosa andava, cosa non andava. Poi con l’inizio del tema della moda sostenibile, capendo che ero la prima e l’unica che ne parlava in Italia e sapendo che l’argomento mi interessava, ho deciso di iniziare con questa strada ed è per questo che sono considerata il punto di riferimento in Italia.

Tu che ti occupi di moda e che segui la comunicazione dei tuoi brand e del tuo personaggio: cosa, secondo te, dovrebbe non mancare in una comunicazione di moda etica e sostenibile? Soprattutto partenza rispetto rispetto questo periodo?

Come persona direi l’approccio di trasparenza perché ho notato nello stare sui social media è che essere onesti e trasparenti e saper capire quando si è sbagliato e dirlo premia. Ci sono Secondo me due strade: le persone che rimangono trasparenti non creano un personaggio, io sono Carotilla ma sono io, quello che vedi sui social media sono proprio io, non ho filtri, non ho e non uso tanti filtri cioè il proprio modo di porsi come se mi avessi a casa, come se fossi lì con te; c’è un’altra via cioè il vip personaggio, ci sono molti filtri, non c’è una comunicazione diretta, non ci sono contenuti pregni di significato da condividere, ma è solo estetica.

Ho fatto la scelta del “ho tanto da dire quindi tagliamo corto”, “siamo amici, parliamoci chiaro”, a volte sbaglio, a volte mi insegni tu, a volte ti dico io cosa ho scoperto e questa è la mia via di comunicazione. Questa è premiante in ogni caso, soprattutto se si parla di sostenibilità di etica, quindi si parla di trasparenza, e di dare informazioni, cercare informazioni.

Per un brand, secondo me, bisogna mostrare che si è capita la situazione. In questo momento molte persone non hanno voglia di fare shopping perciò bisogna creare dei contenuti extra, quindi parlare non tanto del prodotto ma della vision e della filosofia di un brand e del perché questo sarebbe da premiare una volta che le persone vogliono tornare a fare shopping. Non è più compra questo prodotto ma è guarda le mie scelte, sono queste, perché i miei valori sono quelli di etica, di Fair Trade, dei materiali biologici. Ti parlo delle mie scelte più che “di che cosa faccio” e “del fatto che devi comprare”. Informare il consumatore su quelli che sono argomenti o contenuti che possono essere correlati all’offerta che viene data.

Su questa base di trasparenza tu hai una grande responsabilità nel proporre dei prodotti o nell’utilizzarli e nel mostrarti al pubblico in questo. Come avviene la scelta e la selezione dei brand?

È una selezione altissima, c’è un filtro a maglie fittissime proprio perché il mio fine non è quello di guadagnare attraverso le collaborazioni. Per far sì che una collaborazione avvenga e per far sì che questa non vada a minare tutta la credibilità costruita negli anni, come persona interessata alla sostenibilità, e le mie scelte non sono fatte per opportunismo perché va di moda. Per me è un modo di pensare, di vivere, lo abbraccio con tutta me stessa quindi non andrò mai a minare la mia credibilità con un brand che fa finta di essere sostenibile oppure non lo è oppure se ci sono troppi dubbi dietro.

Quindi come prima cosa: analizzo il brand. Chiedo informazioni quando mi contattano: perché siete sostenibili? Fatemi avere più informazioni possibili in modo che io possa avere trasparenza. Tantissime volte dico “no” perché cercano di usare la mia immagine come bollino di sostenibilità. A me interessa parlare di aziende che sono meritevoli. Il mio fine ultimo è far vedere che ci sono delle aziende che sanno lavorare, hanno un’economia circolare, pensano alla sostenibilità.

Hai detto anche tanti “no”?

Si. Il 90% sono “no”. Appena si hanno dai 10.000 follower in su arrivano. All’inizio ti vogliono mandare solo prodotti gratuitamente. Bisogna pensare che le persone ti conoscono solo da quello che stai mostrando sui social. Le persone si ricordano di te per quello quindi hai una responsabilità enorme. Siamo abituati forse a youtuber e influencer grandi che pubblicizzano alla qualsiasi. Proprio perché ci stiamo abituando a questo linguaggio sono anche facilmente riconoscibili. Una persona che sta sui social media è ha un minimo di criticità in quello che vede riconosce subito che sta facendo la pubblicità a qualsiasi cosa perché paga. Oppure le persone che fanno un minimo di selezione o una grande selezione e parlano soltanto di cose che meritano ed è il loro ambito. Rimane nei propri ambiti e parlare di quello che si sa, di sicuro premia.

Questa è una coerenza e credibilità che tu hai molto forte, grazie ai tuoi valori e alle tue scelte e alla tua comunicazione. Ti ha aiutato l’essere a New York di più rispetto al pubblico italiano? Hai più credibilità per il fatto che sei all’estero?

Non saprei distinguerlo. Secondo me, c’è un fascino. Sono a New York e penso di godere di questo fascino, non credo sia legata alla sostenibilità perché quando parlo di sostenibilità difficilmente faccio riferimento a New York. Una parte del mio pubblico, soprattutto su YouTube, l’ho raggiunto grazie ai video che ho fatto negli anni su New York. Oltre alla parte di sostenibilità ho fatto tantissimi video che riguardano: Cosa vedere a New York? quando venire? cosa mangiare? Ho fatto una guida per turisti.

Qual’è la tua daily routine della comunicazione? Come ti comunichi nella rete? Quali sono le tue prassi? Le tue abitudini? Ti svegli la mattina e inizi a registrare per tutto il giorno o invece, hai una pianificazione?

I miei temi principali sono: moda sostenibile, sostenibilità, plastic free e New York. Ho una pianificazione di contenuti e di argomenti, sono molto attenta rispetto alle news. Devo fare i conti però con la situazione. Se devo fare un video, a casa le stanze sono tre, quindi devo mettere i miei figli e mio marito in un bunker perché facciano silenzio. Solitamente registro la mattina quando i bambini sono a scuola, quando sono a casa faccio da mamma. Ho una doppia vita: YouTuber Instagramer e la mamma.

Cerco di pianificare ma cerco di essere giornalmente presente su Instagram. Instagram attraverso le storie ti permette di raccontare molto di te, per tornare al tema della trasparenza. Su YouTube cerco di esserci una volta al mese o due. Il mio genere di video solito è prepararmi per 2-3 giorni prima, scrivere i testi, trovare le informazioni, impararle e registrarle; questo mi richiede tanto tempo. Vorrei pianificare di più perché so che pianificare è il segreto per crescere. Se si riesce a creare tanti contenuti in maniera costante, essere più presenti possibile, si cresce in maniera automatica.

“Carotilla” come mai? Da dove nasce questo naming?

Era il nickname che mi ero creata quando c’erano i primi forum e le prime cose su internet e su Facebook e non volevo dare il mio nome. Non c’è nessun significato ed è per quello che non trovi nessuna spiegazione.

Grazie a tutti. Un saluto da ModaPuntoCom.