Ciao a tutti e benvenuti a ModaPuntoCom. Siamo con Alessandra co-founder di Melidè. Come nasce il tuo brand?

Questo brand passa dall’essere un hobby al diventare un’azienda in modo naturale. Abbiamo iniziato a ricamare T-shirt vendendole su D-pop una piattaforma che ci permetteva di farlo in maniera informale e quando ci siamo rese conto che stava diventando voluminoso abbiamo deciso di aprire una società. Abbiamo iniziato a lavorare, all’inizio ognuno metteva il tempo a disposizione per far partire l’idea e poi l’azienda ha iniziato a strutturarsi e siamo a quasi 6 anni di attività, 8/9 donne che lavorano.

Voi fate moda etica e sostenibile?

Etica e sostenibile sono due parole che più o meno ci racchiudono. Arrivare veramente a controllare tutto è difficile e molto complicato, però noi cerchiamo di fare tutto il possibile per arrivare fino all’inizio della filiera e avere sotto controllo che tutto sia rispettato: ambiente, persone e dignità umana.

Come mai la scelta di una t-shirt in cotone biologico? Come riuscite a perseguire questa scelta a livello della vostra offerta?

La scelta della t-shirt è dovuta al fatto che sta in ogni armadio, è facilissimo spiegarla, venderla, raccontarla, personalizzarla insomma è un prodotto universale. Che sia in cotone eco-sostenibile e fairtrade è per il rispetto della dignità umana quando si lavora. Secondo noi, dovrebbe essere illegale. Un’azienda dovrebbe rispettare determinati standard perché, non esiste che per mangiare e per guadagnare ci sia qualcuno, non so dove e che non conosco, che non arriva nemmeno a uno stipendio di sussistenza o alla qualità della vita che raggiungo grazie al suo lavoro.

È la scelta finale del consumatore cioè l’acquisto che determina l’offerta?

È il consumatore che fa da regista del mercato e ha la responsabilità ma, allo stesso tempo, l’azienda deve mettere a disposizione dei prodotti ecosostenibili e deve avere dei valori a priori.

Come mai Il ricamo? Quest’arte, diciamo antica, che viene attualizzata con voi, soprattutto perché il target a cui vi rivolgete è molto giovane, quindi nell’immaginario comune il richiamo viene associato a qualcosa che facevano le nostre zie, le nostre nonne, una cosa datata, invece, voi riuscite ad attualizzarlo e a renderlo veramente fashion. Come mai questa scelta?

Il primo motivo è perché potevamo ricamarci le magliette da sole e potevamo fare qualsiasi cosa, non tutti hanno la possibilità di stampare in casa, mentre ricamare è abbastanza semplice. In secondo luogo ci siamo rese conto che il ricamo rendeva eterna la T-shirt perché se io prendo qualcosa di stampato lo lavo e lo rilavo, prima o poi, ne risente. Il ricamo rimane in eterno. C’è della biancheria vintage ricamata che potremmo continuare ad usare per decine di anni e così è per le nostre magliette. Il fatto che sia un’arte antica ce ne siamo rese conto, ma per noi era naturale e quando ci siamo resi conto del valore abbiamo cominciato a raccontarlo. Il fatto che siamo riusciti a digitalizzarlo è stata l’arma vincente perché abbiamo portato artigianalità on-line e allo stesso tempo l’abbiamo distaccato dall’essere un hobby o qualcosa di casalingo.

C’era qualcuno di voi che già ricavava oppure avete iniziato in concomitanza con la nascita del vostro brand?

No, nessuno di noi ricamava o era una ricamatrice professionista. Abbiamo dovuto imparare a farlo e non è stato semplice. Chiunque può mettersi a ricamare, il problema è che se ricami 8 ore al giorno, tutti i giorni, impari e acquisisci delle tecniche nuove. Quello che abbiamo imparato è il know-how della nostra azienda. Ci sono dei modi per lavorare in maniera più veloce, per evitare di fare errori e rendere perfettamente pulito il ricamo, ma nessuno ce l’ha insegnato. Il ricamo è una cosa che si tramanda.

Come riuscite a comunicare questo vostro punto di forza? Queste vostre qualità a livello di comunicazione di moda off-line e on-line, nella rete e oltre? Che feedback ricevete dal vostro target?

Abbiamo iniziato a fare dei corsi su come raccontare il proprio lavoro e la propria azienda. Per noi è molto semplice raccontiamo quello che facciamo. Questo è il segreto di qualsiasi storytelling. Uno dei valori della nostra azienda è la trasparenza. Ognuno di noi ha molte competenze quindi abbiamo nel nostro team persone che sono molto brave con le parole, altrepersone che sono molto brave con la tavoletta grafica, con il disegno, con la comunicazione, chi ricama molto bene, chi è bravo a coordinare il lavoro. Abbiamo tutte competenze e continuiamo a svilupparle. Il nostro canale di vendita principale è l’e-commerce.

Abbiamo un negozio, in centro a Colonia, che è completamente ecosostenibile e rivende le nostre t-shirt. Spesso collaboriamo con altri brand o altre realtà che hanno bisogno di realizzare prodotti che non siano mero merchandising, ma che rappresenti un’azienda in maniera esclusiva e consapevole. I feedback che riceviamo sono commoventi. In questi casi cito sempre la mia collega Viola che dice “chi si loda s’imbroda” quindi evitiamo. Il modo che hanno di comunicare con noi i nostri clienti è pazzesco. Rimaniamo un brand, quindi manteniamo quella giusta e corretta distanza professionale, però allo stesso tempo c’è sempre tantissimo confronto con loro. A noi piace tantissimo confrontarci con loro, soprattutto, quando sbagliamo, quando diciamo delle cose imprecise, perché capita a tutti nella comunicazione. È bellissimo confrontarci.

La vision di Melidè per il prossimo futuro?

È difficile dirlo perché abbiamo poche certezze. Siamo già ripartite e ripartiremo mettendo e offrendo le nostre competenze a chi ha bisogno di un supporto on-line, con i nostri corsi che spiegano semplicemente come abbiamo fatto, in questi anni, a creare un brand nativo digitale. Chi ha bisogno potrà ispirarsi e spiegheremo che la comunicazione on-line si può fare esattamente come la produzione cioè in modo etico, responsabile e trasparente.

Ciao a tutti alla prossima puntata di ModaPuntoCom.