Il Mar Mediterraneo è stata la culla della cultura Occidentale, a partire dalla filosofia classica al diritto romano, dalla matematica araba alle arti, fino ai costumi odierni e all’arte culinaria.
Il cibo è uno dei fondamenti essenziali non solo perché mantiene in vita ogni essere vivente, ma anche perché la gastronomia dà ed è piacere. Infatti, non è inusuale sentirsi dire che la dieta mediterranea è una ,se non LA, dieta per eccellenza al mondo, perché è un modello di sostenibilità da tutelare e tramandare per le generazioni. Il termine “dieta mediterranea” non è antico, anzi è moderno perché è stato coniato da un fisiologo statunitense, Ancel Benjamin Keys, negli anni Cinquanta del secolo scorso, dopo aver condotto lunghi studi sull’alimentazione dei popoli del Mediterraneo.
L’importanza di questa dieta ha raggiunto una tale fama, da essere coniata patrimonio dell’UNESCO nel 2010.
La dieta mediterranea è così rinomata e importante perché si basa sul consumo di verdure, cereali, legumi, frutta, pesce, poca carne e pochi grassi animali con un equilibrio nutrizionale non paragonabile ad altre diete.
La biodiversità e gli ecosistemi nelle aree del Mediterraneo non sono messi in pericolo, anzi sono una delle caratteristiche di questo ambiente, perché la dieta mediterranea è sostenibile, e ciò comporta anche un beneficio economico.
Infatti i prodotti della dieta mediterranea sono molto ricercati a livello globale e sono uno dei punti di forza dell’economia di tutti i Paesi che circondano il bacino d’acqua.
Si può vedere e capire perché questa dieta sia sostenibile dalla sua piramide alimentare, perché i cibi essenziali e quelli più nutrienti non sono solo a basso impatto ambientale ma sono i più comuni poiché si trovano alla base della piramide (verdura, pane, frutta ecc…), mentre gli alimenti più dispendiosi, dal punto di vista ambientale, sono nel vertice (pesce, carne, dolci ecc…).
È stato dimostrato che cento calorie di questa dieta hanno un impatto sull’ambiente inferiore al 60%, rispetto ad un’alimentazione basata in misura maggiore su carni e grassi animali, come lo è ad esempio quella nordeuropea e di conseguenza anche quella americana. Un altro tema importante è la stagionalità perché coltivando verdura o frutta di stagione, si ha come conseguenza la riduzione delle coltivazioni in serra e l’azzeramento dei costi di trasporto. Invece dal punto di vista sociale la dieta mediterranea contribuisce a migliorare lo stato di salute fisico e psicologico, il legame con il territorio e l’integrazione sociale.
Quindi la dieta mediterranea non è solo cibo, ma un vero stile di vita che tocca tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana. Cosa sarebbe l’Italia senza i suoi vini? Cosa sarebbe il Marocco senza il couscous o la Spagna senza la Paella? Sarebbero Paesi con una cultura impoverita, forse a tratti banale, quasi impercettibile, come Cyrano de Bergerac senza il suo naso.