Ogni anno il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità, istituita nel 1981 dall’ONU. Al mondo si stima che siano circa un miliardo, cioè il 15% della popolazione, le persone affette da disabilità, un numero tra l’altro in costante crescita dovuto all’invecchiamento progressivo della popolazione.
Tra gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, cinque sono dedicati alle esigenze delle persone con disabilità, attraverso cui si vuole garantire l’accesso equo e senza barriere all’istruzione, l’inclusione a livello politico ed economico.

A questo proposito, il lavoro rappresenta uno strumento fondamentale, in grado di agevolare l’inclusione e l’integrazione nel tessuto sociale delle persone disabili, oltre a favorire lo sviluppo delle potenzialità individuali e della propria identità.
Un’importante svolta è costituita dalla legge 68/99, detta “legge sul collocamento mirato” che agevola l’assunzione di persone disabili all’interno di categorie protette. A differenza della normativa precedente, la persona non viene valutata in relazione alle proprie difficoltà che potevano compromettere l’inserimento nel contesto lavorativo, ma vengono evidenziate le potenzialità che possano esaltarne le competenze e le capacità dello stesso.
Per favorire un inserimento più agevole, sono stati, inoltre, istituiti servizi per l’impiego mirati, in collaborazione con servizi sociali, sanitari, educativi e formativi.

L’errore commesso in materia di legislazione a tutela delle persone disabili consisteva nel considerare il disabile come disgiunto dal contesto socio-economico di riferimento. L’esigenza di valutare la persona nella sua interezza e globalità diventa ora imperante, tanto far emergere la necessità di dover collocare al centro l’individuo, in relazione alla famiglia, alla scuola, al lavoro e al tempo libero. La legge 68/99 rivede, quindi, il ruolo dello Stato, non più inteso come un insieme di competenze e garanzie frammentate rimesse a organi separati, ma come la totalità delle norme per tutelare la dignità della persona all’interno di una struttura integrata di rapporti dove un ruolo cardine viene svolto dalle cooperative.