Eccoci nuovamente con le notizie della settimana e con un approfondimento sulla ricerca che
svela le città più circolari in Italia e in Europa.

Si sente parlare sempre più spesso di trasformazione circolare, di economia circolare e di città
circolari. Ma di cosa si parla davvero? È importante esserne a conoscenza in quanto l’Italia ricopre
una posizione da leader in Europa riguardo l’utilizzo efficiente di risorse con un tasso di riciclo da
primato. Non si scherza quando si parla dei potenziali dell’economia circolare, in quanto questa
rientra anche tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite del 2030 verso
l’accelerazione nella transizione sostenibile mobilitando innovazione e occupazione. Dunque,
l’economia circolare rappresenta quella tipologia di modello di produzione e consumo che si
preoccupa di ridurre gli sprechi delle risorse naturali tramite la condivisione, il riutilizzo, la
riparazione, il riciclo dei materiali già esistenti e, se possibile, la reintroduzione di questi nel
processo.

Gli importanti Indici di Circolarità Urbana

Dunque, cosa qualifica una città come circolare? Le città evolvono e cambiano in base ai bisogni e
alle necessità dei cittadini che le abitano. Anche perché ormai le persone che vivono in città sono
di numero superiore a quelle che vivono in zone più rurali e tradizionali. CESISP, il Centro di
Economia e Regolazione dei Servizi dell’Industria e del Settore Pubblico dell’Università Bicocca di
Milano, ha pubblicato nel 2020 la classifica delle città più circolari d’Italia prendendo a campione le
più popolose. A riconfermarsi prima in Italia è proprio Milano, mentre come chiudi fila c’è Catania.
Sono stati presi in considerazione cinque indici principali, nonché gli input sostenibili, tra cui rientra
la percentuale di spostamenti a zero emissioni; la condivisione sociale, come la spesa comunale
annuale verso i disabili; l’uso di beni come servizi, ad esempio, l’utilizzo di trasporto pubblico, di
piste ciclabili, di car sharing; il tasso di end of life per calcolare la diffusione della raccolta
differenziata e, infine, l’estensione della vita dei prodotti che analizza l’uso del terreno e la gestione
della rete idrica. I cinque macro parametri si compongono da vari micro criteri che li rendono il più
esatti possibile.

Nominando alcune città leader in Italia si nota che vi sia un divario importante tra le città del nord e
quelle del sud: se Milano totalizza un Indice di Circolarità Urbana pari a 7,5, con a seguito Trento e
Bologna, i punteggi più bassi sono di 3,8 di Catania con, a seguire, Palermo, Bari e Pescara.

Con rilevanti traguardi svetta Brescia con il numero di alberi presenti per un campione di 100
abitanti superiore alle altre città della penisola, Trento detiene il numero maggiore di istituzioni non
profit sulla base del numero di cittadini e per quantità di eco-brevetti depositati Bologna occupa il
primo posto.

E in Europa?

Anche nel panorama europeo l’Italia non sfigura in quanto Milano si posiziona quarta tra le città
prese in esame dalla ricerca CESISP. Al primo posto svetta la capitale danese di Copenaghen e
come fanalino di coda è presente Praga. Gli autori dello studio concludono che “le sfide della
sostenibilità e dell’economia circolare dipendono soprattutto dalle politiche e dai servizi di
prossimità del cittadino, in grado di plasmare l’ecosistema urbano e promuovere un sistema
economico inclusivo, privo di sprechi e più equo e sostenibile”.

Il Sonar di oggi termina qui, Asia Galvani per Cube Radio News, a voi studio.