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Si è appena concluso il 1° Meeting degli Evangelizzatori Digitali Italiani organizzato dal Gruppo sinodale “La Chiesa ti ascolta” insieme alla CEI (Conferenza Episcopale Italiana), tenutosi a Roma il 22 e 23 settembre. Tanti sono stati gli interventi susseguitisi e altrettanti i temi trattati: dal ruolo che la Chiesa può avere all’interno dell’odierno contesto digitale, alla controversa questione di con che appellativo definire chi si dedica alla comunicazione e condivisione di contenuti online riguardanti la fede.

Vincenzo Corrado, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali CEI, ha raccontato ai nostri microfoni quali strumenti e canali la Chiesa italiana possa utilizzare oggi per mettersi in ascolto: «Percorrendo le strade, sicuramente rappresentate dalla storia, che sono quelle dei media che appartengono o fanno capo alla Conferenza Episcopale Italiana: Avvenire, Tv2000, InBlu Radio e l’Agenzia Sir. I settimanali diocesani rappresentano anche un momento molto interessante di ascolto del territorio. Credo che un punto sicuramente di svolta sia stato rappresentato dall’ingresso sui social media, in questo momento, Facebook, Twitter e Instagram. Da questo grande contesto abbiamo dei feedback molto interessanti […] che sottolineano l’importanza di un’apertura a un contesto che occorre abitare, occorre abitare con responsabilità, con umanità, memori anche di quella ricchezza che la storia ha consegnato».

Punto fondamentale dell’incontro è stato il tema della digitalizzazione dell’esperienza umana, che, ormai, non può più prescindere da quella online. Oggi uscire e ascoltare nell’Infosfera «Significa avere coscienza – continua Corrado – dell’importanza innanzitutto di una presenza, perché l’ascolto non sia semplicemente un registrare parole che vengono pronunciate, ma sia soprattutto condivisione di una vita, di un’esperienza, di una storia. L’ascolto e la presenza nell’Infosfera non devono portare fuori campo o fuori pista da quella che è l’umanità che passa attraverso l’Infosfera. L’importanza di un ascolto e di una parola detta all’interno del digitale acquistano in questo momento lo stesso significato, la stessa pregnanza di ciò che viene condiviso nella vita, potremmo dire, di tutti i giorni, anche perché la vita di tutti i giorni, ormai sappiamo, viene vissuta in un ambiente che è digitale. Quindi è un passaggio sicuramente decisivo in cui la stessa dimensione dell’ascolto assume nuove forme, nuove forme che vanno percorse e che vanno vissute pienamente con responsabilità e direi anche con umanità».

Da Claudia Gallinaro, per Cube Radio Venezia, è tutto.