Eccoci nuovamente all’appuntamento di SONAR, la rubrica di approfondimento di Cube Radio
News. Oggi tratteremo del tema della sostenibilità per Tokyo 2020.

I Giochi Olimpici di Tokyo 2020, effettivamente svoltisi nel 2021, non hanno l’unicità solo di essersi
disputati in un anno dispari, ma anche l’interesse per il lato green unico nel suo genere. Lo slogan
la dice lunga: “Be better together – for the planet and people”, un’intuizione verso l’obiettivo
sostenibilità e riduzione dell’impatto ambientale. L’impegno del Giappone non cambia ad un anno
di distanza dalla data d’inizio prevista e, nonostante l’emergenza sanitaria nel mezzo, non ha
rinunciato ad un comportamento rispettoso. Il Comitato organizzativo ha aderito al protocollo che
prevedere una strategia di riduzione dell’impatto dello sport sul Pianeta chiamato “Sports for
Climate Action Framework”. Il piano presume la riduzione del consumo di energie e di risorse, l’uso
di fonti rinnovabili e il riutilizzo degli impianti utilizzati. Per supportare il progetto è stata realizzata
una foresta olimpica in Mali e Senegal con la funzione di mitigare le emissioni di gas ad effetto
serra di Tokyo e per arginare l’avanzata del Sahara verso una totale desertificazione.

La costruzione del Villaggio Olimpico, l’insieme di alloggi in cui risiedono atleti ed allenatori che
partecipano ai Giochi, è avvenuta raggiungendo la Carbon Neutrality, dunque abbattendo le
emissioni seguendo, così, il Piano di Sostenibilità strutturato per l’occasione. È stato possibile
grazie ai crediti di carbonio ceduti dagli sponsor e dal numero limitato e contingentato di spettatori
che ha contribuito positivamente a ridurre l’emissione. Una percezione diversa dei Giochi con
pochissimi spettatori, sia per gli atleti sia per il pubblico da casa, che ha potuto, però, avere un
impatto sostanzialmente positivo a livello ambientale. L’energia necessaria alla sua alimentazione
e all’utilizzo degli impianti sportivi proveniva totalmente da fonti rinnovabili e gli spostamenti sono
stati organizzati con veicoli ibridi, elettrici o alimentati ad idrogeno, così come la Torcia Olimpica.

Le medaglie olimpiche sono state realizzate con metalli riciclati da 10 milioni di vecchi dispositivi
ed elettrodomestici usati dai cittadini tramite il singolare “Tokyo 2020 Medal Project”, che vede per
la prima volta coinvolti i cittadini in modo attivo per contribuire all’ideazione e alla produzione dei
riconoscimenti da dare ai vincitori. Le strutture di base sono state costruite utilizzando il legno, in
modo tale siano più semplici da smontare e smantellare una volta conclusi i Giochi, evitando così
che diventi una struttura fantasma nel futuro. Tokyo 2020 si è basata sul principio giapponese della
‘bontà su tre livelli’, uno per il venditore, uno per l’acquirente e uno per la società.

Scelte che possano dare l’impulso per una società più sostenibile e verso la sensibilizzazione di
imprenditori, di autorità locali e della popolazione verso il riciclaggio, il riutilizzo e il recupero di
materiali per uno scopo legato alla collettività.

La scelta di impegnarsi con iniziative sostenibili ha comportato anche una spesa di gran lunga
superiore a quelle delle precedenti edizioni, giungendo ai 28 miliardi di dollari.

Il Sonar di oggi termina qui, Asia Galvani per Cube Radio News, a voi studio.