L’agricoltura rigenerativa è un metodo di coltivazione della terra dove le conoscenze antiche si connubiano con le tecniche moderne. In questo modo si cerca di emulare gli stessi processi naturali che rigenerano il suolo, ottenendo di conseguenza prodotti sani e di qualità.
Questa metodologia è stata introdotta a causa dell’agricoltura intensiva troppo nociva per l’ambiente, perché se il suolo viene sfruttato con troppa frequenza, senza mai farlo riposare, c’è il rischio che il terreno diventi arido.
Il problema dell’aridità è diventato molto serio dal secondo dopoguerra fino ad oggi, perché dopo il conflitto c’è stata una forte ripresa dell’industrializzazione del Mondo Occidentale, che ha portato all’introduzione di macchinari vari nel settore agricolo. Infatti molti terreni sono inutilizzabili, quasi sterili, a causa di pesticidi, fertilizzanti, forti irrigazioni ed un eccessivo utilizzo delle macchine.
L’agricoltura rigenerativa, come suggerisce il nome, prevede per la terra un processo di “guarigione”, ovvero l’agricoltore non deve utilizzare degli agenti chimici, ma dei preparati naturali specifici per proteggere il terreno e per ristabilire una giusta percentuale di minerali, sostanze organiche e altri elementi microbiologici, essenziali per la produzione di prodotti sani.
Ovviamente non c’è un’unica tecnica per rigenerare il suolo, tutto dipende dall’aridità del terreno stesso. Anche se si stanno cercando più cure per curare il suolo, non è certo questa la soluzione, non si deve infatti puntare tutto sulla cura, ma anche sulla prevenzione. Quest’ultima incomincia a diffondersi tra le varie aziende agricole, ciò significa cambiare il modo in cui si coltiva la terra: riminalizzazione del terreno, controllo quotidiano delle falde acquifere della purezza dell’acqua e diminuizione considerevole dell’utilizzo dei pesticidi (se non eliminarli del tutto).
Molti agricoltori o esperti sono in disaccordo con questa tipo di tecnica, perché dal punto di vista remunerativo la trovano svantaggiosa per chi coltiva, in quanto i coltivatori non sarebbero competitivi sul mercato. Ma il loro punto di vista economico, seppur legittimo, è molto fallace, perché se al terreno non viene data la possibilità di rigenerarsi, questo rimarrà inutilizzabile, creando un problema ben più grave all’economia.
Inoltre, bisogna tenere in considerazione che un suolo sano è in grado di assorbire quantità non indifferenti di anidride carbonica. Infatti, secondo diversi studi delle università americane, se tutti utilizzassero le tecniche rigenerative, il 40% delle emissioni di CO2 verrebbero assorbite dal terreno. Si tratta, oltre all’uso di nuove tecnologie per migliorare il nostro mondo, di avere empatia verso la Terra e gli altri, come dice il sociologo Jeremy Rifkin.