Eccoci nuovamente con le notizie della settimana e con un approfondimento sull’Agenda di
Sostenibilità 2030 punta sull’intelligenza artificiale.

Per assicurare il benessere dell’umanità e del pianeta è stato necessario stilare una lista degli
obiettivi che ogni Stato congiuntamente si sarebbe impegnato a raggiungere per risultati
globalmente condivisibili e importanti. Nel momento in cui si mette in discussione l’attuale modello
economico e sociale basato sui consumi, sul PIL e sul profitto, dimostrato dallo studio “Time to
reset capitalism” del Financial Times del 2019, si possono fare passi avanti. Per sostenere un
modello di business maggiormente circolare, importanti istituti e fondazioni lavorano sulla
‘computational sustainability’, utilizzando l’intelligenza artificiale per favorire il raggiungimento degli
obiettivi dell’Agenda di Sostenibilità 2030. Proprio la fondazione non-profit “AI for Good”, lavora per
coordinare la comunità di ricerca sul tema, sulle tecnologie e infrastrutture di calcolo per misurare
e accelerare i progressi in favore degli obiettivi preposti. L’utilizzo di talenti multi-disciplinari e delle
ultime tecnologie permettono a raggiungere lo scopo grazie all’uso integrato di strumenti
interconnessi per fornire alle Nazioni Unite risultati aggiornati e complessi, grazie all’ SDG
Acceleration Toolkit.

L’intelligenza artificiale è un approccio utilissimo da applicare in ognuno dei 17 obiettivi formalizzati
dalle Nazioni Unite. Nello specifico, nell’ambito della lotta alla povertà viene adoperato il deep
learning per misurare il livello di benessere dei villaggi africani, basandosi sulle loro emissioni
luminose. Per riconoscere situazioni di malnutrizione, l’impresa sociale Kimetrica rileva gli stati di
emergenza tramite una tecnologia che si basa sul riconoscimento facciale. Oppure ConserWater
utilizza dati dei satelliti per calcolare il fabbisogno idrico delle coltivazioni in modo da evitare lo
spreco dell’acqua. Purtroppo, vi è sempre un lato opposto della medaglia che stima un livello di
emissioni molto alte nell’utilizzo dell’Intelligenza artificiale, pari a 5 volte la vita media delle
automobili statunitensi.

Obiettivi comuni per un bene globale

Sono 17 gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile che l’Agenda 2030 si è prestabilita di raggiungere
nell’arco di quindici anni. Sottoscritta nel 2015 dai 193 paesi membri delle Nazioni Unite, il
“programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità” – come lo descrive l’Agenzia
italiana per la Coesione Territoriale – presenta una solida base comune per tutelare il mondo dal
punto di vista ambientale, sociale ed economico, le dimensioni più importanti dello sviluppo

sostenibile. Il forte coinvolgimento di componenti distinte della società, del settore pubblico e
privato, mira ad un risultato più costruttivo, equo e duraturo. Le ‘5P’ che l’Agenda 2030 struttura
come aree di intervento correlate tra dinamiche economiche, crescita sociale e qualità ambientale
sono le Persone, nel contrasto della povertà, promozione della salute e del benessere del capitale
umano; il Pianeta, tutelando la biodiversità e la gestione sostenibile delle risorse naturali; la
Prosperità, utile per garantire l’occupazione e la formazione con modelli sostenibili di produzione e
consumo; la Pace che promuove una società non violenta ed inclusiva e infine la Partnership, che
integra l’intervento nelle aree d’azione in modo strutturato, in cui l’Italia si propone con l’Alleanza
italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS).

Il Sonar di oggi termina qui, Asia Galvani per Cube Radio News, a voi studio.