Eccoci nuovamente all’appuntamento di SONAR, la rubrica di approfondimento di Cube Radio
News. Oggi tratteremo dell’interessante differenza tra i prodotti DOP, IGP e STG.
L’Italia nel mondo si contraddistingue, tra le altre cose, per la qualità dei prodotti alimentari: la
cucina nazionale è una garanzia di autenticità e buon gusto. I prodotti italiani vengono
categorizzati in modo tale da preservarne e proteggerne le peculiarità. I marchi DOP, IGP e STG
sono stati istituiti a seguito del Regolamento Europeo n. 668 del 2014 della Commissione in modo
tale da regolamentare i “regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari”. Questo tipo di controllo
permette di certificare i prodotti ed elevarli per le proprie caratteristiche intrinseche o quelle legate
all’area geografica in cui vengono prodotti.
L’acronimo DOP – Denominazione di Origine Protetta – indica la tutela giuridica che viene
attribuita a quegli alimenti le cui proprietà specifiche derivano essenzialmente o esclusivamente
del territorio in cui vengono prodotti. Del territorio geografico vengono presi in considerazione sia
fattori naturali, quali il clima e le varie caratteristiche ambientali, sia fattori umani che determinano
la qualità del prodotto, come tecniche agricole combinate tra loro e migliorate nel tempo. Per
classificarsi come DOP è necessario che tutte le fasi di produzione avvengano nel territorio di
riferimento. A rendere il prodotto unico è l’unione di uomo e natura che collaborano in una sinergia
imprescindibile. L’aceto balsamico tradizionale di Modena, il formaggio Asiago della medesima
cittadina montana, il basilico genovese e la Grappa di Marsala sono solo alcuni dei prodotti
Denominazione di Origine Protetta tipici del territorio italiano. Secondo il Ministero delle politiche
agricole, alimentari e forestali attualmente sono stati riconosciuti come DOP ben 578 prodotti. Il
simbolo che contraddistingue questi prodotti è giallo e rosso.
Il prodotto di Indicazione Geografica Protetta IGP possiede determinate qualità o ulteriore
caratteristica derivante dell’origine geografica stessa. Almeno una delle fasi di produzione,
trasformazione e elaborazione deve avvenire esclusivamente nell’area di riferimento. Le regole a
cui attenersi nel processo produttivo sono molto rigide e stabilite nel disciplinare di produzione,
prescrizione che disciplina l’ottenimento di un prodotto agricolo o alimentare. Questa
denominazione è maggiormente permissiva rispetto alla precedente in quanto le materie prime
possono derivare da altre località italiane – e non – diverse da quella in cui avviene almeno una
delle fasi di produzione. L’importante è che il prodotto acquisisca qualità o caratteristiche
specifiche del territorio stesso.
Il Lardo di Colonnata, Olio EVO toscano e lo scalogno di Romagna sono alcuni esempi dei 257
prodotti IGP registrati al momento in Italia secondo il Ministero competente. Il simbolo è
riconoscibile in quanto è blu e giallo.
Infine l’acronimo STG – Specialità Tradizionale Garantita – tutela le produzioni derivanti da metodi
di produzione e ricette tradizionali, dunque che esistono da almeno 30 anni. Indipendentemente
dall’origine degli ingredienti, la combinazione e la tecnica di produzione tradizionale è la base del
prodotto STG. In Italia sono tuttora tre le specialità garantite: la Mozzarella, la Pizza Napoletana e
l’Amatriciana Tradizionale: prodotti che vedono una preparazione tradizionale, genuina e autentica.
In tutta Europa sono solamente 59 in 18 paesi: la Polonia ne vanta ben dieci.
Il Sonar di oggi termina qui, Asia Galvani per Cube Radio News, a voi studio.