Eccoci ritrovati con la nostra rubrica sui temi della comunicazione, della pubblicità e soprattutto della moda. Piccole “pillole” di sapere e curiosità che ci porteranno a conoscere questi ambiti più da vicino.
Oggi parliamo della stilista Roberta di Camerino e delle sue fantastiche borse.
Roberta di Camerino, il cui vero nome è Giuliana Coen Camerino, è una stilista italiana, creatrice dell’omonima griffe di moda.

Il suo brand è molto conosciuto a livello internazionale per i foulard, le cinture e le conosciute borse a righe e rigoni verdi, diffuse soprattutto negli ultimi decenni dei Novecento. Queste borse hanno fatto la storia dell’accessorio e le ricordiamo oggi indossate dalle nostre mamme negli anni d’oro della moda.
Roberta di Camerino diventa famosa ben presto grazie alla fama dei suoi accessori, indossati dalle star più seguite. Un esempio la borsa “Bagonghi”, fotografata nel 1956 al braccio di Grace Kelly.

Gli accessori proposti dal brand si vestono di dettagli creativi e stravaganti al punto giusto. Il tutto, dimostrando autorevolezza grazie all’unione di materiali di qualità e design ricercato. “Tutte pazze per Roberta di Camerino”, potrebbe essere il titolo del percorso professionale e artistico di questo marchio, non a caso, fan del brand sono state Elsa Maxwell, Liz Taylor, Gina Lollobrigida, Isabella Rossellini e molte molte altre.
Anche Madonna ha ceduto al fascino delle borse Camerino scegliendo la borsa Caraval, che ha sfoggiato in molte occasioni.

Roberta di Camerino si affaccia al mondo della moda con l’obiettivo di cambiare le regola di questo sistema comunicativo. Riuscirà nel suo intento soprattutto con la creazione delle borse: unione tra l’artigianato di Venezia e al suo gusto personale che sarà la sua firma distintiva e che ricorda negli ornamenti e nella scelta del dettaglio, lo stile neobarocco.
Le sue borse sono dei piccoli scrigni moderni che contengono elementi forti della tradizione, come l’uso dei velluti e sopra del pizzo.
I colori, le trame e i materiali ripresi dalla storia di Venezia e uniti in modo creativo e innovativo nei suoi accessori, vengono addirittura definite vere e proprie innovazioni.

Venezia per la stilista rappresenta la sua libertà negata: fu, infatti, costretta all’esilio in Svizzera durante il periodo bellico dell’ultimo conflitto mondiale, per questioni religiose. È proprio questo il periodo in cui la fantasia della stilista inizia a macinare idee e creazioni sulla base di ricordi ed emozioni.
Nel 1945 ritorna nella sua amata Venezia e apre un piccolo laboratorio.
In questo periodo capisce l’importanza di firmare le sue opere nella moda e crea il logo per il suo marchio, rappresentato da una cintura intrecciata che forma una lettera “R” maiuscola.

Nel 1956 viene premiata con l’Oscar della moda, il prestigioso premio Neiman Marcus Award.
Negli anni Settanta ottiene molti altri riconoscimenti e l’azienda cresce a tal punto da diventare oggetto del desiderio dei mercati Giapponesi.
Negli anni Ottanta, invece, il Whitney Museum of America Art dedica alla stilista una retrospettiva con i suoi disegni.
Nel 1981 la stilista scrive, insieme a Marco Mascardi, un’autobiografia intitolata “R come Roberta” e pubblicata da Arnoldo Mondadori Editore.

Giuliana porta la borsa ad elevarsi nel tempo, fino ai giorni nostri, dove anche se catalogata come accessorio, ha acquisito ormai tutta l’autorevolezza e il prestigio per essere considerata un vero e proprio capo di vestiario.
La produzione di accessori continua fino al 2008, mentre la stilista muore a Venezia nel 2010.
Nel 1959, Camilla Cederna, scrisse su L’Espresso, a proposito del brand Roberta di Camarino, sottolineando la bravura della stilista nel creare le borse più belle del mondo”.
Concludiamo questo nostro approfondimento su questo brand e questo stilista con un consiglio per tutti gli appassionati:
“R come Roberta” di Marco Mascardi e Giuliana Coen Camerino, edito da Arnoldo Mondadori Editore.