– Siamo qui all’M9 di Mestre Venezia per inaugurare il “Festival delle Idee” con Simone Cristicchi.

Lei ha lavorato da poco a un’opera, “HappyNext”, e lo fa mettendo al centro la parola felicità e l’affronta con diverse sfaccettature. Innanzitutto le chiediamo, come mai ha combinato questi due termini per il titolo?

SC: “Happynext”, la parola in inglese Happiness, mi piaceva il gioco sonoro e di significato. “Next” significa prossimo, “happy” felice, quindi “il prossimo felice” o “la felicità del prossimo” oppure “la prossima felicità”, che forse è un po’ quella che ci riguarda in questo momento.

– Poi c’è una citazione di Jim Morrison che parla proprio di felicità e recita così: bimbo mi chiedi cos’è l’amore? Cresci e lo saprai. Bimbo mi chiedi cos’è la felicità? Rimani bimbo e lo saprai. Lei è d’accordo con questa citazione?

SC: Sì assolutamente, il bambino è probabilmente la forma più perfetta dell’essere umano, tutto sta poi a come si evolve col passare del tempo.

Nel mio libro utilizzo queste 7 parole chiave che secondo me corrispondono ad una sorta di impalcatura che possa tenere in piedi questa parola così fragile. Tra queste 7 parole c’è l’attenzione che vuol dire anche curiosità in fondo.

La parola curiosità è quel superpotere che hanno gli artisti forse, i bambini, i poeti e gli innamorati. Credo quindi che mantenere vivo quello spirito di curiosità possa cambiare il proprio sguardo sul mondo e ovviamente nel momento in cui questa curiosità diventa anche contagiosa, crea felicità intorno a noi.

– Lei parla anche di manuale di felicità. Se potesse incontrare il Cristicchi di 20 anni fa, gli fornirebbe un manuale di felicità?
SC: Mah, probabilmente con l’esperienza magari riesci a comprendere, a capire in che modo si evolve la tua interiorità e anche il mondo esterno, quindi sì, un bagaglio piccolo anche uno zainetto di piccoli consigli che non sono assolutamente insegnamenti; nel mio libro, nel mio documentario ci sono più domande che risposte perchè credo che abitare le domande, come dice don Luigi Verdi, sia molto pi importante che trovare una risposta, ecco. Possiamo cercare Dio ovunque o incontrarlo in qualsiasi luogo ma la cosa principale è questa spinta a cercare, voi lo sapete bene. La ricerca secondo me è “Midrash”, come viene detto nel Qohelet, il testo sacro che è compreso nella bibbia. Dice proprio questo, una volta che tu hai trovato qualcosa, “Midrash”, continua a cercare, perché la nostra vita è una continua ricerca e se dovessimo arrivare a un certo punto a accomodarci su dei dogmi o su delle idee preconcette che qualcun’altro ha pensato al posto nostro, non sarebbe una vita degna di essere vissuta.