Il mozzicone di sigarette non va in fumo e rinasce come polimero
Quante volte è capitato di camminare per strada e vedere sporco per terra? E quante volte si è notato che l’oggetto più presente fosse il mozzicone delle sigarette? Non importa se negli spazi pubblici siano presenti parecchi cestini dei rifiuti, con annessi i posaceneri, perché molti filtri vengono comunque buttati tra le crepe del marciapiede o tra le cavità del porfido.
Anche se questo problema sembra non avere né capo né coda, vengono proposte delle soluzioni. La risoluzione più interessante è quella della start-up trentina Re-cig, che trasforma i mozziconi in acetato di cellulosa, utilizzato per fibre sintetiche, oppure, con l’aggiunta di altri materiali, viene utilizzato per la montatura degli occhiali. Oggi si contano all’incirca 500 smoker point in tutta Italia, dislocati in punti strategici e molto frequentati come centri commerciali, comuni, aziende e piazze.
Il processo per il recupero dei filtri è suddiviso in questo modo: innanzitutto l’azienda immagazzina e smembra nelle sue componenti i mozziconi: carta, tabacco e filtro e successivamente quest’ultimi vengono lavorati adeguatamente fino alla loro trasformazione in cellulosa.
L’innovazione di questa start-up consiste nel lavorare quel materiale (il filtro) troppo dannoso per l’ambiente e riutilizzarlo per altri oggetti. Effettivamente, secondo uno studio del 2010 di Enea, si stimava una produzione annuale di mozziconi pari a 13 mila tonnellate, che per lo più finivano e finiscono tutt’ora per strada, con una vita media dai 5 ai 12 anni. Inoltre il trend non era in diminuzione, bensì in aumento; quindi è molto probabile che la produzione, il consumo e di conseguenza anche l’inquinamento siano aumentati.
L’idea è così rivoluzionaria, moderna, efficiente e popolare che sono stati ordinati altri 500 punti da distribuire per tutto il Paese e pure il CNR, Centro Nazionale delle Ricerche, si è interessato al progetto.
Infatti, uno dei due fondatori ha specificato che: “Il nostro lavoro è partito inizialmente con le aziende private e adesso stiamo riuscendo a stringere importanti collaborazioni con la pubblica amministrazione. Questo canale sarà quello che ci consentirà di poter raggiungere con il nostro messaggio l’intera popolazione”.
Il messaggio è chiaro: il filtro delle sigarette è diventato un problema, ma per fortuna le realtà per risolvere questo problema esistono. Però ora, l’azienda deve pensare a dei punti cruciali per la sua esistenza: come raccogliere tutti i mozziconi senza inquinare troppo con il trasporto, nuove assunzioni, espansione dell’attività anche in quegli Stati europei interessati all’iniziativa, ma soprattutto in che cosa investire la cellulosa. Quest’ultimo è il problema più spinoso perché non si può pensare di creare un oggetto che poi non verrebbe comprato o utilizzato, il rischio è quello di creare ancora più inquinamento, mentre l’obiettivo del momento è esattamente il contrario.