L’energia è ricchezza
“L’energia è ricchezza” era lo slogan di Richard Buckminster Fuller il quale negli anni ’60 immaginava una possibile rete globale che potesse garantire a chiunque una rete elettrica globale in modo ecologico ed economico.
E se potessimo dirgli oggi che un mix di queste sue idee esiste? È proprio così, e la tecnologia per portarla a fine include le criptovalute.
Sono state proprio le nazioni unite a nominare le blockchain come “tecnologia asso nella manica” per salvare la crisi climatica. Ma perché, se allo stesso tempo il creatore del World Wide Web, Tim Berners-Lee le ha definite come “uno dei modi più futili di utilizzare l’energia” perché contribuiscono ad un esponenziale emissione di gas serra.
Il segreto è nel potere che queste criptovalute potrebbero mettere in pratica, infatti hanno tutte le carte in regola per cambiare il mercato energetico. Per riuscire a capire questa tecnologia e le idee che vi stanno sotto, va prima capita la persona che vi sta dietro, l’uomo, quello che oggi non è più solo un cliente passivo ma diventa attivo in qualsiasi evento, acquisto o prodotto. Questo cliente oggi viene chiamato prosumer, dall’unione di producer e consumer nasce questo nuovo termine inglese usato nel marketing, che vale appunto per la persona del 2021 in tutti gli ambiti, inclusa la sostenibilità.
Si provi a pensare a come un individuo che possiede dei pannelli fotovoltaici per esempio, sia in grado di consumare l’energia che egli stesso ha permesso di produrre. Questi pannelli fotovoltaici oggi hanno un’efficienza del 20%, quota perennemente in crescita ed energia che può essere usata al momento, salvata in batterie o rivenduta riversandola in energia elettrica. Ovviamente è un’energia che costa, perché possibile da produrre solo quando c’è sole e bel tempo, il che non avviene tutti i giorni dell’anno.
Il problema persiste laddove si pensa che il nostro sistema di rete elettrica è centralizzato, pochi generatori infatti sono in grado di fornire energia a molti clienti. Con l’aumento delle energie rinnovabili un settore del genere rischia di collassare, è pertanto necessario decentralizzarlo per permettergli di continuare a vivere. Una soluzione potrebbe quindi essere la creazione di una rete “smart” che consenta di ovviare a questo saliscendi della produzione rinnovabile e di gestire in maniera automatizzata le transazioni tra gli utenti che comprano e che vendono energia, tagliando sprechi e costi.
Questa rete “smart” racchiuderebbe naturalmente un metodo di pagamento che prevede le blockchain, nulla più di un database nel quale vengono archiviati dei dati che non possono essere cambiati senza modificarne l’intera struttura; pertanto è possibile avere la certezza che l’energia che si andrà a comprare è realmente prodotta in maniera sostenibile. Inoltre il sistema è trasparente, sicuro e certificabile.
L’esempio dell’energia rinnovabile acquistabile è solo uno dei tanti ambiti nei quali potrebbe essere utilizzata questa tecnologia: potremmo facilmente immaginarla in una gestione d’affitto o per il tracciamento della filiera dei prodotti alimentari, ma il campo dell’energia è sicuramente quello in cui potrebbe aiutare maggiormente.
Perciò se sappiamo che queste tecnologie esistono e le idee di utilizzarle per vivere al meglio ci sono, perché ancora non vengono messe in pratica al 100%?