Un’immagine sul nostro futuro di plastica
Negli ultimi anni stanno uscendo molti documentari sulla Terra e sui suoi diversi ecosistemi. Lo scopo di questi lungometraggi è di sensibilizzare le persone sulla diversità che è presente sul nostro pianeta e sull’impatto quotidiano che l’uomo ha sia sulla flora che sulla sua fauna.
Questo perché quando si sente parlare di cambiamento climatico, molto spesso viene percepito come un problema dei Paesi più poveri o di luoghi decisamente lontani dal mondo Occidentale, forse perché nella società europea e nordamericana si è instaurato un tale benessere da non rendere consapevole le persone dei gravi problemi presenti in natura. Infatti negli ultimi anni i documentari stanno impostando la loro narrazione non tanto sulle caratteristiche di determinati biosistemi, ma sulle conseguenze che l’inquinamento, specialmente quello della plastica, avrà nei prossimi decenni se non si risolveranno.
Un docufilm che mostra delle possibili conseguenze dell’inquinamento in un futuro molto vicino è “Cronache Marine: 2050”, nel quale l’autore ha voluto immaginare la vita di quattro persone (una nuotatrice, un pescatore, un cuoco e una collezionista) con età e con un vissuto decisamente diverso, in un paese della costa ionica pugliese, dove il mare presenta più sacchetti di plastica che pesci.
I protagonisti sono molto diversi tra loro, però hanno un elemento in comune che unisce le loro vite: la plastica monouso. Difatti, questo elemento tossico è così presente che le persone non si sono adoperate ad eliminare questo problema, ma è diventato parte integrante della loro esistenza. Il cuoco cucina prodotti con microplastica all’interno; la ragazza nuota in mezzo ai sacchetti di plastica; il pescatore ha adattato la sua attività e pesca plastica; infine una collezionista crea opere d’arte composte principalmente di plastica monouso.
Questo documentario potrebbe sembrare troppo pessimistico e a tratti quasi apocalittico, ma la verità è esattamente quella che viene presentata per tutta la durata del lungometraggio. Basti pensare che i prodotti monouso diventano rifiuti in meno di un anno e solo in Europa nel 2018 sono finiti in discarica ben 7,2 milioni di tonnellate e non sono nemmeno la metà della quantità di plastica rilasciata nelle acque.
Bisogna essere consapevoli che già ora negli oceani sono presenti enormi e pericolose isole di rifiuti, le quali danneggiano non solo la flora e la fauna acquatica, ma anche e soprattutto le nostre società.
Eppure, la campagna del docufilm “Life Beyond Plastic” non punta a spaventare le persone, a dichiararle condannate, ma a sensibilizzare la società riguardo a questo tema, perché come suggerisce il titolo, questo è un documentario che si proietta nel futuro, ma in un futuro certamente vicino.
Già si vedono dei piccoli passi in avanti e un coinvolgimento in crescita, soprattutto dalle generazioni più giovani e questo non può essere bollato come un elemento negativo, anzi è lo spirito giusto per continuare a cambiare le nostre abitudini, perché come diceva Malcom X: “Il futuro appartiene a coloro che si preparono per esso oggi”.