Ciao a tutti e benvenuti ad un’altra puntata di ModaPuntoCom. Come sempre vi parlo dalla Cube Radio dello Iusve Istituto Universitario Salesiano di Venezia e Verona. Siamo qui oggi per parlare di “Fashion Week”. Una fashion week in particolare che si terrà dal 17 al 26 ottobre a Venezia: la Venice Fashion week. Ne parliamo proprio con il co-creatore, Lorenzo Cinotti, che è in collegamento telefonico con noi. Ciao Lorenzo e grazie per aver accolto il nostro invito e per essere qui con noi oggi, anche se virtualmente, a parlarci di questo evento. Come nasce la Venice Fashion Week?

Io e Laura, mia collega e co-creatrice, abbiamo da ormai 31 anni una società che si occupa di eventi e comunicazione digitale. Siamo sempre alla ricerca di nuovi modi rilanciare la città di Venezia e ci occupiamo anche di moda da molto. Abbiamo pensato alle origini che ha Venezia. Ad esempio la tessitura Luigi Bevilacqua, che esiste da cinque secoli, con la produzione di perle, tutti i diamanti venivano tagliati a Venezia quindi abbiamo deciso di ricollegarci l’Alto Artigianato Veneziano di lavorare con i designer. Lavorare anche sul Made In Italy e adattare tutto questo ai palazzi storici e alla forma della città. È nata come Fashion Night nel 2013 è poi nel tempo è diventata di una settimana e addirittura di 10 giorni, ormai da due anni.

Come mai realizzate due appuntamenti all’anno?

Esatto perché come ti dicevo dalla night, si è arrivati alla settimana e si è arrivati ai 10 giorni. Adesso abbiamo sentito anche l’esigenza di far vedere le varie collezioni, quindi avere anche noi due momenti stagionali.

Come comunicate la Fashion Week? Quali sono gli strumenti on-line e off-line che più utilizzate per comunicare questo evento?

Sai che ci occupiamo noi di tutto, ormai abbiamo il focus, su eventi digital per cui è completamente comunicato online. Tutto digital, io ho il mio profilo personale che è “Celestalis” con quasi 40.000 followers, poi quello di “Venezia da Vivere” che ne ha 82.000, se non vado errato, Facebook ne ha 27.000. Noi siamo una Instagram Agency dal 2011 e siamo anche fondatori dell’Associazione Instagram d’Italia che è un’Associazione Italiana che fa capo alla sezione internazionale che si chiama Instagramer e su cui lavoriamo sullo storytelling marketing e coinvolgiamo 40.000 persone online.

Quindi possiamo dire che la tradizione dell’arte e soprattutto del Made In Italy Veneziano si unisce a quello che è il modo contemporaneo di comunicare?

Assolutamente sì, bisogna dire che è anche abbastanza divertente. Ad esempio i tessuti come Bevilacqua, tessuti che vengono prodotti 30cm al giorno in otto ore di lavorazione al telaio, poi comunicati tramite instagram con diversi linguaggi, rappresentano una sfida comunicativa. Di fondo questa cultura della moda lenta, della sostenibilità fa molto, soprattutto a Venezia che è sempre più invasa da tutto €1, ritorni a dei concetti di qualità che a noi interessa molto diffondere.

Avevi menzionato anche la sostenibilità che è un po’ il tema di quest’anno, giusto? Parlarci un po’ dell’edizione di ottobre… qual è il tema principale?

Devo dire che non è il primo anno che ci occupiamo di sostenibilità, tutta la Venice Fashion Week è legata tre aspetti fondamentali che sono l’Alto Artigianato, la Sostenibilità Ambientale e giovani designers. Quest’anno con il consolato britannico in Italia stiamo organizzando il 23 ottobre il “Sustainable Fashion Day”. Abbiamo Marina Spadafora esponente di “Fashion Revolution Italia” e di numerose collaborazioni con grandi marchi. Lei è molto conosciuta e adesso si dedica ormai totalmente al movimento di “Fashion Revolution”, lei è un nostro relatore. Ci sarà il console britannico in Italia che viene a parlare e ci sarà Tiziano Guardini che è l’alfiere italiano della moda sostenibile.

Sta realizzando con noi insieme al tavolo della moda un capsule con i tessuti di Bevilacqua.

Ci sarà anche il suo corrispettivo inglese che è Patrick MacDowell un genietto 23enne che sta realizzando dei secchielli, delle borse, con gli scarti della lavorazione di tessere di mosaico dell’Antica Fonderia Orsoni.

Un’altra novità è che questo abbiamo fondato l’Associazione dell’Alto Artigiano Veneziano a cui ha aderito Orsoni, la tessitura Luigi Bevilacqua, Martina Vidal, Venezia e i merletti di Burano, con lo scopo di fondere l’antica manifattura, le antiche lavorazioni di estrema qualità con il design contemporaneo. Quindi abbiamo un programma pluriennale di collaborazioni con designer molto contemporanei che sperimentano queste lavorazioni, queste tecniche che non sono sempre disponibili anche all’estero.

Siamo alla quinta essenza dello slow fashion, una mia amica che è una professoressa di Melbourne che lavora sul lusso dice che questo non è lusso, lusso è un po’ sotto, quindi lei chiama questo splendore, magnificenza.

Direi che calza a pennello. Bene, siamo in chiusura perché il tempo a nostra disposizione è finito parleremo ancora di Venice Fashion Week e saremo anche presenti come Cube Radio alla Venice Fashion Week il 23 ottobre. Ultima domanda velocissimissima per chiudere: tu che sei dentro questo evento, sei proprio creatore di questo evento, il futuro della moda è qui? è nel 23 ottobre? nei temi che proponete?

Assolutamente siamo responsabili del nostro pianeta e iniziamo a vedere i limiti di anni e secoli della rivoluzione industriale, di politiche sbagliate. Siamo all’ultimo momento utile per poter invertire la tendenza e credo anche che voi, che dopo il petrolio la Fast Fashion è il secondo elemento inquinante. Noi stiamo bevendo anche l’acqua dei fiumi che contiene microfibre e le stiamo già bevendo. Già nei prelavaggi ancora prima che entrino in commercio inquinano.

Sappiamo che piuttosto che comprare delle cose, come 20 magliette da 2€, c’è un problema di sostenibilità, sappiamo che c’è un bambino che la sta cucendo da qualche parte, sennò non costerebbe 2€, fra parentesi, ci sono anche dei problemi di sostenibilità, di etica del lavoro. Piuttosto io suggerisco il comprarci una cosa che costa di più, con cui sviluppiamo un legame affettivo, che poi magari passeremo a nostro figlio e che durerà e che fra l’altro è sostenibile perché non la butteremo via due giorni dopo.

Possiamo lasciare il messaggio di cercare la quantità e quindi un consumatore più consapevole per noi e per il nostro futuro e anche per la qualità, per la bellezza nella moda.

Ecco guarda Francesca raggiungere la sostenibilità della moda non è solo la sostenibilità ambientale anche la sostenibilità etica come ti accennavo prima più persone che vengono assunte pagate giusto, rispettate, trattate bene. Una trasparenza anche nei processi.

Bene, grazie mille per essere stato con noi oggi e ci vediamo alla Venice Fashion week.