L’esperienza di lockdown fa crescere l’indipendenza personale, secondo lo psicologo Davide Maria Marchioro e il cantante Wrongonyou

Sconforto, stanchezza, timore. La sensazione persistente di abbandono, lontananza e dispersione continua con il passare placido dei giorni. Il sole fuori e il buio dentro. Queste sono solo alcune delle emozioni che hanno accomunato tutto il genere umano per lungo tempo. Chiusi in casa per mesi, durante festività, compleanni e ricorrenze, le mura casalinghe racchiudevano emozioni difficili da gestire. Il lockdown è stato un momento che ha segnato indelebilmente l’intera umanità. Un nemico invisibile e impalpabile che si nasconde in un abbraccio e in una stretta di mano, nella vicinanza con altre persone. Un’esperienza che ha diviso “ciò che era prima” e “ciò che vi è dopo”: uno spartiacque tra il passato e il presente. Lo smart working è stata una soluzione improvvisa a livello professionale e didattico, creando così ulteriori disagi. La concentrazione del tempo speso in casa, senza possibilità di fare alcun tipo di altra attività, costringeva in un continuum di concentrazione, sedentarietà e stress. Le conseguenze immediate si sono avvertite, mentre quelle nel lungo periodo saranno riscontrabili in futuro.

Solitudine e lockdown

Lo psicologo Davide Marchioro, al nostro microfono, ha affermato quanto il lockdown abbia cambiato profondamente la dimensione sociale della quotidianità. «Questi effetti profondi che si ripercuotono nelle relazioni continueranno a condizionarci per molto tempo, secondo me, per anni perché abbiamo certe modalità di relazionarsi che sono andate perdute. Io penso proprio a certe abitudini, stringersi la mano e abbracciarsi, ecco sono modalità che se un tempo erano naturali, adesso non lo sono più per tutti, non solo per i giovani».

Dunque non si esaurisce il trauma esercitato da questo momento storico, ma vi saranno dei riscontri anche nei momenti prossimi. Le relazioni sono state mediate da uno schermo che ha racchiuso il legame con amici e familiari lontani. Un’immagine in movimento in una cornice di un dispositivo digitale, questo è stato il massimo di vicinanza possibile con i cari. La vita è stata completamente travolta. Un espediente legittimo che ha cambiato la considerazione di relazione e socialità come si è sempre considerata. «Adesso anche se le case si sono riaperte, la vita sta ricominciando, non possiamo parlare di un ritorno alla normalità, piuttosto di una nuova normalità, in cui le relazioni sono diminuite sia in numero sia in qualità, hanno avuto un calo qualitativo perché molti contatti sono proprio emigrati nella rete, tant’è che moltissimi giovani hanno decuplicato la loro attività on-line tramite chat, videochiamate e videoconferenze. Lo spazio virtuale è cresciuto, – conclude il professor Marchioro – ha cominciato proprio ad occupare ogni aspetto della vita».

La solitudine è stata una conseguenza inesorabile. Una lontananza dalla socialità così pressante, costante e impossibile da diminuire e azzerare. Tutti si sono rintanati in sé stessi. Sogni, progetti di vita e obiettivi futuri sono stati presi in considerazione senza il turbinio della vita precedente in continuo movimento. L’analisi profonda del sé è stata importante per maturare una consapevolezza verso un futuro diverso e maggiormente cosciente. Comprendere chi e cosa è davvero rilevante nella propria vita, in un momento così particolare, è stata una rivoluzione per tutti. Importante è stata anche la riscoperta di se stessi, così forti ad affrontare le difficoltà per poi uscirne cambiati e più maturi. È fondamentale darsi credito e valorizzarsi. Capire che è essenziale, prima di tutto, stare bene da soli e farcela con le proprie forze.



Vivo da “solow”

Marco Zitelli, in arte Wrongonyou, nel nuovo singolo “Solow” ha dato voce proprio a questo concetto. “Contare su sé stessi è una cosa, secondo me, fondamentale perché aiuta a trovare sempre più fiducia in sé stessi e a trovare sempre più forza. Quindi comunque sia per questo che è importante, per trovare il centro di sé stessi.” Quanto sia essenziale salvarsi da soli, stare bene con sé stessi per poi stare bene con gli altri. Il cantante che ha partecipato al Festival di Sanremo 2021 nella categoria Nuove Proposte e che si è aggiudicato il premio della critica “Mia Martini”, è convinto che sia necessario abbracciare la solitudine per imparare a “star bene da soli”, così come riporta il testo della canzone. Prima sé stessi e poi gli altri in un percorso di scoperta del proprio valore come individui appassionati ed unici. Fidarsi di persone negative, durante un momento di debolezza, è umano e comprensibile: il bisogno di approvazione degli altri va a sabotare la persona stessa. Per cercare di non perdersi in relazioni tossiche, ai microfoni di Cube Radio, Marco consiglia come si potrebbe affrontare la situazione: «Il problema va affrontato non affidandosi a persone a caso che si conoscono quasi dal giorno all’altro, ma parlarne con chi davvero sai che ti vuole bene, con la tua famiglia, con un amico stretto e con uno psicologo perché comunque sia aprirsi primo passo, secondo me, – afferma Wrongonyou – verso una cura che può solo che essere l’inizio di una rinascita, quindi parlare e condividere il problema però con persone care, con persone che ci tengono a te e non dandole per scontate».

Tutti siamo inciampati e caduti. Siamo stati a terra e abbiamo toccato il fondo. Ognuno a suo modo e per le proprie motivazioni. L’importante è sempre rialzarsi e affrontare, a testa alta, la situazione. Da ricordare in futuro è il coraggio che si è dimostrato nei momenti di difficoltà, momenti che diventano esperienze di vita, da cui imparare per andare avanti contando, in primis, su se stessi.

Asia Galvani