L’ultimo report dell’IPCC evidenzia che l’aumento della popolazione urbana è un fattore di rischio per la sicurezza delle città, aggravato dal cambiamento climatico, con conseguente aumento delle temperature, siccità e innalzamento del livello del mare.
Le città urbane da sempre rappresentano centri di business e di mercato, dove spesso nascono discussioni per trovare soluzioni all’emergenza climatica: tra queste le nature-based solutions, che utilizzano le proprietà degli elementi naturali e degli ecosistemi per risolvere sfide economiche e sociali.

Il concetto è quello di assecondare i processi naturali, agevolando la biodiversità, regolando la salute del pianeta.
Le piante sono tra le soluzioni più efficaci in assoluto poichè purificano l’aria dagli agenti inquinanti, mitigano la temperatura e hanno effetti benefici sulla mente delle persone.

La natura può aiutarci a combattere la crisi climatica e gli esempi sono molteplici: “giardini e boschi verticali” migliorano la qualità dell’aria e riducono l’inquinamento acustico, i “tetti verdi” isolano termicamente gli edifici riducendo la quantità di energia utilizzata, gli “orti urbani” riportano attività sociali ed economiche in luoghi abbandonati delle città dove spesso sono posizionati e i “corridoi verdi” strade alternative composte da alberi e arbusti che riducono le ondate di calore, attraggono biodiversità e assorbono lo smog.
Questi sono solo alcuni esempi che però possono aiutare a combattere la crisi climatica.
Spesso pensiamo al verde urbano come luogo di svago, dando per scontata l’importanza di piante e biodiversità non solo per la Terra ma anche per la nostra salute mentale e fisica.
Le maggiori metropoli italiane hanno reagito positivamente e si stanno popolando di nature based-solution. Secondo stime ottimistiche, nel 2050 le aree urbanizzate in Italia, nelle quali già oggi vive più di un terzo della popolazione, divoreranno altri 800 km².

Per Cube Radio News, Pastrello Giorgia, Venezia